Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2015
Durata:96 min.
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. INTRO
  2. DAS BOOT
  3. FUTURE LAND
  4. INDEPENDENCE DAY
  5. ANIMAL INSTINCT
  6. THE HALL OF THE MOUNTAIN KING
  7. HEART OF GOLD
  8. MAN AND MACHINE
  9. DANCING WITH AN ANGEL (FEAT. DORO PESCH)
  10. FACELESS WORLD
  11. RIDE
  12. DAYS OF HOPE AND GLORY
  13. CUT ME OUT
  14. TRAINRIDE IN RUSSIA (POEZD PO ROSSII)
  15. STILLNESS OF TIME
  16. KING OF MEAN
  17. BOOK OF FAITH
  18. ANIMAL HOUSE

Line up

  • Udo Dirkschneider: vocals
  • Fitty Wienhold: bass
  • Francesco Jovino: drums
  • Andrey Smirnov: guitars
  • Kasperi Heikkinen: guitars

Voto medio utenti

Grandi novità per Udo Dirkschneider.

Già... messa in lavatrice la propria mimetica e mandati a lustrare gli anfibi, per affrontare questo "Navy Metal Night" Udo ha cambiato Forza Armata ed è passato alla Marina Militare.
Infatti, il 20 di Febbraio del 2014 gli U.D.O. hanno tenuto un concerto in quel di Tuttlingen accompagnati dalla German Navy Orchestra (Marinemusikkorps Nordsee), rivisitando il proprio repertorio - quindi nessun recupero dalla discografia degli Accept - con arrangiamenti orchestrali e corali.
Non si tratta certo di una novità, e i pregi e i difetti sono gli stessi che si sono incrociati in operazioni simili (Rage e la Prague Symphony Orchestra, gli Scorpions assieme alla Berlin Orchestra, i Metallica e la San Francisco Symphony Orchestra...) dove alcuni brani si esaltano in questo contesto e altri, soprattutto quelli più quadrati, che invece appaiono un po’ forzati.

La serata trova ora testimonianza in un live album che oltre alla sua versione audio (quella che ci è stata sottoposta), sarà disponibile nel formato video (in DVD e Blu-Ray), che ovviamente sarebbe stato l'ideale per goderla e valutarla appieno.
Ma tant'è... e così possiamo avere solo un assaggio delle riprese con il video di "Animal House" che è linkato in coda alla recensione, perlomeno scopriamo che non c’è nessun completino da marinaretto per gli U.D.O. che si presentano comunque sul palco con un look quasi serioso e tanto di cravatta. E lo fanno accompagnati dal ping di un sonar e dalle note di "Das Boot" (soundtrack nell'omonimo film sugli U-boat della Seconda Guerra Mondiale) per attaccare poi con la canzone che chiudeva l'album "Faceless World": una pur sempre energica "Future Land" seguita a ruota da altri due episodi degli anni '90 (rispettivamente "Independence Day" e "Animal Instinct") prima di lasciare la scena alla sola orchestra alle prese con "In the Hall of the Mountain King" di Edvard Grieg. Si ritorna a "Faceless World" e alla sua opener "Heart of Gold" (che ben si dipana in questa nuova veste) per approdare al "nuovo millennio", nel 2002 con l'altrettanto ben riuscita "Man and Machine" e una "Dancing with an Angel" dove a duettare al fianco del ruvido Udo ritroviamo Doro Pesch. Altra puntata a "Faceless World" e stavolta direttamente alla titletrack prima di dare nuovamente spazio agli orchestrali con "Ride", e quindi immergersi nei "Days of Hope and Glory" (da "Rev-Raptor" del 2011).
Ecco che poi spicca - pur nella sua atipicità per lo stile del gruppo tedesco - la divertente "Cut Me Out" con le sue pulsazioni fantasiose che sfruttano al meglio la sezione fiati, mentre si conferma da applausi a scena aperta la successiva "Trainride to Russia (Poezd Po Rossii)" già stupenda di sua e che ora si arricchisce di questa vena orchestrale e corale. Si prosegue con altri pezzi recenti, come "Stillness of Time" (del 2009 e da "Dominator") o le ben riadattate "King of Mean" e "Book of Faith" (pescate entrambe da "Steelhammer" del 2013), prima di chiudere i giochi con la già citata "Animal House", giusto per ricordare quelli che sono stati i primissimi passi degli U.D.O.

Indubbiamente nel recente passato hanno calcato un po' la mano con qualche live album e raccolta di troppo, tuttavia "Navy Metal Night" ci offre un nuovo punto di vista (o meglio .. di ascolto) sulla carriera solista di Herr Udo Dirkschneider.




You want it all, but you can't read it
It's in your face, but you can't read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the review
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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