Copertina 7

Info

Anno di uscita:2014
Durata:43 min.

Tracklist

  1. OF WILL AND REPRESENTATION
  2. NOWADAYS CIRCUS
  3. MERIDIAN
  4. LETTER OF THE SEER
  5. THE SWAN SONG
  6. SUNSET BOULEVARD
  7. BIRTH OF THE UNCONQUERABLE SUN
  8. THE RAFT OF THE MEDUSA
  9. DISCLOSURE

Line up

  • Mirco Roncoroni: vocals, guitars
  • Massimo Tedeschi: bass
  • Sergio Cattaneo: drums
  • Diego Marchesi: guitars

Voto medio utenti

Già disponibile da qualche mese, trova - colpevolmente - spazio sulle nostre pagine solo ora questo "Behind the Scenes", prima uscita sulla lunga distanza dei Dejanira, che da queste parti si erano comunque già affacciati con il precedente MCD dal titolo "A Vent of Rage Against...".

Quasi quattro anni tra i due lavori, una pausa che la formazione bergamasca ha sfruttato per sgrezzarsi e togliersi di dosso influenze ingombranti, come quelle Thrash Metal sulle quali si sono esercitati come cover band. Le loro nuove sonorità hanno, infatti, decisamente virato verso soluzioni maggiormente articolate, nervose e spiazzanti, un Thrash moderno e progressivo dalle marcate pulsazioni Metalcore che oltre a formazioni come i primi Mastodon, Infernal Poetry o Gojira, in parecchi frangenti mi ha fatto ripensare ai Voivod post "Killing Technology". Non stupisce così il finale pinkfloydiano di quella "Of Will and Representation" che aveva comunque dato via alle ostilità in maniera molto più che aggressiva, nelle ritmiche e nel growling di Mirco Roncoroni. "Nowadays Circus" non è certo meno coraggiosa, nel songwriting e negli arrangiamenti messi in opera dai Dejanira, che non rinunciano mai a momenti torridi e martellanti. "Meridian" ha un taglio spiccatamente Metal anche se nell'occasione Mirco Roncoroni appare un po' frenato e non riesce a dar sfogo a tutta quella rabbia vocale che avrebbe meritato un brano che non rinuncia ad aprirsi su sporadici passaggi melodici. L'alienante guitarwork che apre "Letter of the Seer" rimanda fortemente ai già citati Voivod, peccato che poi con le battute successive si perda di mordente e di spontaneità. Un breve momento di quiete con l'atmosferica "The Swan Song", tra passaggi soffusi e un narrato cinematografico, prima di incrociare i Dejanira a scorrazzare lungo il viale del tramonto, che ci porta sino ai tre brani che chiudono il disco confermandone i tanti pregi e i pochi difetti. Tocca, infatti, a "Birth of the Unconquerable Sun" (sulla stessa lunghezza d'onda dell'operner), a "The Raft of the Medusa" (uno dei brani più riusciti, dall'intro poetica sino ai successivi chiaroscuri) e infine a "Disclosure", con il suo andi quasi stoner e pastoso, ma pur sempre dinamico.

Sul loro sito i Dejanira hanno adottato un motto quale "estremi per i moderati, moderati per gli estremi", che suona bene ma a mio parere non rende merito alla versatilità e varietà del gruppo, che con pochi aggiustamenti (direi più che altro nel comparto vocale) potrebbero davvero fare un bel salto di qualità.




You want it all, but you can't read it
It's in your face, but you can't read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the review
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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