Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2014
Durata:16 min.
Etichetta:Napalm Records

Tracklist

  1. THE KEY AND THE GATE
  2. MYSTIC MOUNTAINS
  3. NON-EUCLIDEAN CALCULUS

Line up

  • Thomas Sabbathi: vocals, guitar
  • Per Broddesson: guitar
  • Don Palmroos: guitar
  • Fredrik Hellerström: drums
  • Tobias Resch: bass
  • Mikael Popovic: mellotron, vocal

Voto medio utenti

La chiave
La chiave
La chiave
E la porta
!”

Porca miseria (sostituite pure “miseria” con altre entità che iniziano con la M se preferite, io smisi anni orsono), non riesco più a togliermelo dalla testa!

Il chorus di The Key and the Gate, scandito in perfetto italiano, è il mio personale tormentone da qualche giorno ormai; quantomeno evito di canticchiarlo in giro –intonato dal sottoscritto sembrerebbe il main theme di un soft porno fine anni ’70- ma vi assicuro che il nuovo brano degli Year of the Goat lascia il segno eccome…

Facciamo un passo indietro:
la band svedese, dopo il fantastico debutto del 2012, decide di immettere un EP per mantenere alta l’attenzione dei fans. Strategia di per sé avveduta, non fosse che The Key and the Gate si compone di sole tre tracce per un quarto d’ora “abbondante” di musica.
Il contenuto è gustoso, certo, ma insufficiente a sfamare chicchessia; semmai, il dischetto metterà ancor più l’acquolina a chi, come il sottoscritto, brama da tempo un nuovo full lenght del sestetto di Norrköping, lasciando altresì in bocca uno spiacevole senso d’incompiutezza ed insoddisfazione.

Rimostranze sulla durata a parte, impiegherete poco ad innamorarvi anche del secondo brano: Mystic Mountains si dipana sinuosa, dominata dalle stentoree vocals di Thomas Sabbathi, pregna di un’epicità eterea e implicitamente occulta al tempo stesso –il delicato arrangiamento di mellotron ad opera di Mikael Popovic gioca un ruolo primario nell’economia del pezzo-.
La title track di Angels’ Necropolis ha una degna succeditrice (fa schifo, lo so, però l’Accademia della Crusca dice che è giusto).

Chiude Non-Euclidean Calculus, bislacca strumentale in cui i synth disegnano melodie sognanti, astratte e vagamente orrorifiche. Poco più che un esperimento.

Il 7,5 è d’obbligo: se le premesse sono queste, credo che in futuro gli Year of the Goat ci faranno divertire non poco.

Un consiglio agli ultimi, appannati Ghost: ascoltate questa band se volete riscoprire come evocare i sinistri spiriti di Black Widow e Blue Öyster Cult, come abbinare un’intelaiatura musicale dal taglio melodico ad un apparato lirico di matrice satanica, come rimanere deliziosamente in bilico tra seventies hard rock e NWOBHM…

Il guanto di sfida è lanciato.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 03 dic 2014 alle 06:32

Spinto dall'entusiasmo ho scritto un "La chiave" di troppo: in realtà lo dice solo due volte..

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