Copertina 7,5

Info

Demo
Genere:Death Metal
Anno di uscita:2014
Durata:23 min.
Etichetta:Indie

Tracklist

  1. TIDES
  2. RAZE THE COMPLEXITY
  3. DREAM OF THE RED CHAMBER
  4. THOUGHT REPLICATION
  5. THE ABSTRACT
  6. DOWN TO A SUNLESS SEA
  7. THE EMPYREAN DIVIDE

Line up

  • Kenn Christie: bass
  • Barry Christie: guitars
  • Robb Behan: drums
  • Brian Brady: guitars
  • Padraig Croke: vocals

Voto medio utenti

Irlanda: terra magica, terra di profumi e sapori, colori e emozioni forti, magia e illusionismo, prestidiribirigizzazione. Da sempre la mia seconda patria, da questo 2014 ancor di più. E no, i Vile Regression non c'entrano niente con tutto questo.

Non c'entrano niente ma va detto che questo "Empires", secondo demo di 23 minuti della band di Dublino, è uno di quei dischetti destinati a lasciare un segno tangibile. Quanto tangibile, sarà solo il tempo a dirlo.
I Vile Regression, a differenza di quanto scritto da qualche parte, NON fanno Progressive. Oddio, qualche spruzzatina di prog qua e là la possiamo anche individuare, qualche cambio di tempo messo lì a dare senso a quell'etichetta, ma è davvero poca roba in mezzo a un death/thrash furioso e davvero ben suonato, in particolare grazie all'abilità della chitarra del secondo dei fratelli Christie, fondatori della band nel 2010.
5 brani tiratissimi (gli altri due sono intermezzi strumentali moscissimi che, onestamente, hanno ben poco senso dentro un platter del genere), 5 bordate degne di far rizzare i capelli ad alcuni grandi del genere. La voce di Padraig Corke non sarà il massimo della tecnica ma è incisiva e incazzata al punto giusto, ma in generale la prestazione dei 5 (ora 4) musicisti è davvero superlativa.
Perla del disco è senza dubbio la conclusiva "The Empyrean Divide", brano dal netto retrogusto Nevermoriano, soprattutto nelle chitarre, che ben riassume le abilità e le intenzioni del combo irlandese.

Ne sentiremo parlare, questo è poco ma sicuro. Etichette interessate a del buon death/thrash tecnico fatevi sotto, perchè coi Vile Regression c'è senza dubbio dell'ottimo materiale con cui lavorare e "Empires", ne sono certo, è solo il primo passo di una lunga e fruttuosa carriera.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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