Copertina 8,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2014
Durata:40 min.
Etichetta:Cruz Del Sur Music

Tracklist

  1. MAGIC OF THE GYPSY QUEEN
  2. DEMON DROID
  3. LOST BEYOND THE SUN
  4. MERCENARIES OF STEEL
  5. THERE MUST BE DEMONS
  6. MAUSOLEUM GATE

Line up

  • V.-P Varpula: vocals
  • Count L.F. : guitars
  • Kasperi Puranen: guitars
  • Wicked Ischanius: bass
  • Oscar Razanez: drums

Voto medio utenti

A volte l’unico modo per uscire da un presente arido e senza prospettive è quello di guardare al passato. Il passato è là, fermo inamovibile, pronto ad insegnarci lezioni che possono essere attualizzate dai più intelligenti o talentuosi. Perché questa introduzione? Perché è evidente che la musica metal negli ultimi anni sta vivendo un periodo di preoccupante aridità di idee, i vecchi grandi hanno terminato le cartucce, le giovani leve non si dimostrano all’altezza dello spirito appartenente a questa gloriosa musica. L’uscita da questo stallo potrebbe essere proprio il passato e il passato più glorioso della musica dura si deve far risalire al quindicennio ’69-’84. Ora è possibile che 5 finlandesi siano riusciti in tutto questo? Io credo di si.

Già, quando il metal viene accostato alla Finlandia, le prime cose che vengono in mente sono il power dei draghi e degli elfi o il black più intransigente. Ecco non pensate a queste cose, pensate piuttosto agli Uriah Heep, ai Blue Oyster Cult, agli Hawkwind, ai primissimi Iron Maiden (primi due dischi) e ad un pizzico di primissimi Cirith Ungol e avrete i Mausoleum Gate. Ecco lo so, state già pensando, la solita band che copia e ricopia per la millesima volta tali sonorità. Ma la magia stà proprio tutta qua. I 5 finlandesi hanno guardato al passato, ma in maniera cosi vera e autentica che questo disco ha la sua reale data di nascita nel 1978-79 o giù di lì. Non è una semplice copia, è un originale. Tutto qui è terribilmente autentico e spontaneo, dalla produzione alla prova dei 5 che suonano quasi fossero live, non preoccupandosi troppo della perfezione formale piuttosto avendo in mente di creare emozioni, sensazioni in noi fruitori e ci riescono perfettamente.

Usciti per Cruz del Sur (eterna gloria a questa NOSTRA label), dietro una copertina che definire inquietante è veramente poco, che usa un accostamento di colori notevoli, si nasconde il vero spirito della nostra musica e vi giuro, quando per la prima volta ho ascoltato "The Magic of The Gypsy Queen", mi è veramente spuntato un groppo in gola, il giro di hammond, doppiato dalla chitarra e poi quella voce, pulita ma vera, del nuovo David Byron, V-P Varpula, tutto è improvvisamente tornato al suo posto, anni di attesa sono stati polverizzati in pochi secondi. Si prosegue con "Demon Droid" sulle stesse coordinate ma con maggiore oscurità di base, per arrivare alla vera epicità di "Lost Beyond The Sun", con un bridge centrale da tramandare ai posteri e una parte finale che la dovete solo ascoltare per capire e che insieme "There Must Be Demons" (che ha un riff e un inciso da maestri assoluti) e agli 11 minuti della title track, ipnotici, oscuri, magici rappresentano tre autentici capolavori di AUTENTICO heavy metal suonato con l’anima, la testa e un grandissimo talento di base.
Ma la cosa che mi ha impressionato di più è un elemento che non riscontravo più in un album da tantissimo tempo e cioè che ogni pezzo presente nel disco ha una sua precisa personalità e connotazione ed è perfettamente riconoscibile, di fatto i 5 non hanno suonato nè una nota in più né una in meno di quelle che volevano suonare. E tutti i 6 pezzi (si, finalmente 6 e non 60 pezzi in un album!!!) risultano assolutamente indispensabili alla comprensione dell’insieme.

Credo in tutta sincerità che il percorso iniziato dai Mausoleum Gate al di là di ogni speculazione vintage sia quello giusto per far tornare la musica dura alla reale gloria passata.
Questa musica vive di energie create da specifici suoni e da specifici umori e trova la sua massima espressione quando si aderisce maggiormente a questi parametri, non come semplice copiatura ma come autentico credo. Quando ci si allontana da ciò tutto risulta vacuo, ampolloso e terribilmente noioso.

La mia speranza con questa recensione è quella non di convincervi della bontà del mio discorso, che sarebbe realmente un atto di presunzione inescusabile, ma solo avervi un po’ stuzzicato la curiosità e che questa a sua volta vi spinga a dedicare 40 minuti della vostra vita ad ascoltare qualcosa che forse non lascerete più. Se questo non accadesse non abbiate troppo rancore per il sottoscritto che ha voluto solo rendervi partecipe di sue vere e autentiche emozioni.

A cura di Andrea “Polimar” Silvestri
Recensione a cura di Ghost Writer

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 17 ott 2014 alle 05:24

assumete questo uomo!! ^^ sempre bravissimo Polimar...non mancherò l'ascolto di questo album.

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