Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2014
Durata:58 min.
Etichetta:Independent

Tracklist

  1. THE DARK OF MIDSUMMER
  2. MARSTON MOOR
  3. GAIA
  4. NERTHUS
  5. ISLE OF MISTS
  6. TAKEN
  7. REQUIESCANT IN PACE
  8. THE GALLOWS TREE
  9. BLOOM
  10. OF ROOTS AND FLESH
  11. ONLY OUR NAMES WILL REMAIN
  12. OUTRO

Line up

  • Paul Wib: drums
  • Chris Mole: guitars
  • Catie Williams: flute
  • Martin Collins: vocals
  • Richard Allan: bass
  • Digby Brown: keyboards

Voto medio utenti

Quando si tratta di distribuire le qualità fondamentali per condurre una band al successo, spesso e volentieri gli Dei della Musica denotano una perfidia fuori dall’ordinario.
Così, se vengono elargite dosi abnormi di talento puro non si è altrettanto generosi con le capacità manageriali e di marketing (un esempio su tutti: Diamond Head), il che vale anche al contrario (Slipknot, vi fischiano forse le orecchie?); spesso, a una perizia strumentale mostruosa si abbina una mediocre sensibilità compositiva (qui l’elenco di gruppi prog e technical death in dolo sarebbe sterminato…); altre volte, le dispettose divinità si rivelano munifiche in ogni aspetto… sfiga compresa (impossibile, in tal senso, non citare i meravigliosi Savatage).

E ai britannici Northern Oak che trattamento è stato riservato?
Beh, direi che poteva andar peggio ma anche meglio: il loro folk metal evidenzia doti naturali nella media, discrete abilità esecutive e di songwriting, originalità e varietà prossime allo zero, gusto per i dettagli rivedibile (si veda la qualità media degli artwork e delle produzioni per chiarimenti in proposito)…

Quantomeno, va loro riconosciuta una buona dose di tenacia e di umiltà, doti comunque importanti.
Infatti, dopo un esordio oltremodo acerbo come Tales From Rivelin (2008), i Nostri hanno saputo limare i difetti e le ingenuità più eclatanti, proponendo al pubblico un secondo full length (Monuments, 2010) senz’altro più professionale. Oggi la storia si ripete, e con Of Roots and Flesh tocchiamo l’apice discografico del sestetto di Sheffield.

Con ciò, si badi, non intendo certo suggerire che c’è scappato il masterpiece; in realtà, alcuni problemi storici dei Northern Oak si ripresentano puntuali anche in quest’ultima release. Sì, il gusto per i dettagli può dirsi ancora latitante: la copertina è orrida, così come poco ficcanti si rivelano i suoni (basso a parte).
Parimenti, non si è ancora trovato modo di superare la prolissità di svariati passaggi e la banalità di taluni riff -che agiscono nelle retrovie e demandano al flauto l’onere di imbastire le melodie portanti-.

Peccato, perché nascosti tra brani non irresistibili (la noiosa opening track The Dark of Midsummer, l’ampollosa Taken e l’insulsa Bloom) si possono rinvenire svariati momenti positivi: penso all’incalzante incedere di Only Our Names Will Remain, al magniloquente chorus della title track, al fascino brumoso di Nerthus

Insomma, la morale sembra chiara: gli entusiasti del folk si smarriranno volentieri nei solchi di Of Roots and Flesh, prodotto onesto e ben più che dignitoso. E questo è quanto.
Margini di miglioramento se ne intravedono ancora, ma non tali da azzardare previsioni troppo ottimistiche. Inseriamo dunque i Northern Oak nel nutritissimo novero (Arkona, Thyrien, Fortid, Skyforger, Metsatoll, Equilibrium e mille altri) di inseguitori lanciati alle calcagna di band cui gli Dei della Musica sembrano aver riservato un trattamento di favore.

Le raggiungeranno mai?
Se fossi in Ensiferum, Finntroll, Eluveitie e compagnia dormirei sonni tranquilli; in ogni caso, chi vivrà vedrà.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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