Copertina 7

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2002
Durata:41 min.
Etichetta:Metal Mind

Tracklist

  1. MARE NECTARIS
  2. MARE CRISIUM
  3. MARE TRANQUILLITATIS
  4. MARE FRIGORIS
  5. MARE PROCELLARUM
  6. MARE NUBIUM
  7. MARE SERENITATIS

Line up

  • Bartiolomiej Kostrzewa: guitars
  • Honorata Stawicka: violin
  • Jackek Monkiewicz: bass
  • Wojciech Kostrzewa: keyboards
  • Roman Golebioswski: drums
  • Przemyslaw Oilbryt: vocals

Voto medio utenti

Quinto album per i polacchi Asgaard, prolifica band dedita ad una sorta di dark metal arricchito da diversi elementi sinfonici sulla scia di Crade Of Filth e Dimmu Borgir. "XIII Voltum Lnae" porta avanti una ricerca del raffinato e del tenebrosamente bello, attraverso un artwork curatissimo e testi intrisi di passione ed amore per tutto ciò che è cupo e poeticamente legato alla morte. Musicalmente il gruppo si destreggia abilmente attraverso trame liriche che ben interpretano i concetti sopra descritti, con numerosi intermezzi dolcemente d'atmosfera ben legati a parti ora più violente, ora più riflessivamente disperate. Da una parte vengono lontanamente richiamati gli Artcurus, dall'altra fanno bella mostra di se diversi arrangiamenti orchestrali che si riallacciano, talvolta un po' troppo sfacciatamente, al black sinfonico dei sopracitati Dimmu Borgir, senza però farsi mancare l'ispirazione e mantenendo un certa coerenza nelle sonorità mano a mano proposte. Le canzoni sono tutte piuttosto elaborate e rappresentano ognuna un mare di emozioni notturne che si riflettono alla perfezione con l'idea di dare come titolo ad ogni composizione il nome di uno dei mari presenti sulla Luna, mari ovviamente immaginari, come immaginario è il viaggio nel quale gli Asgaard conducono per mano l'ascoltatore. Il rovescio della medaglia viene dato dall'eccessiva ruffianità della proposta musicale, che per molti potrebbe rappresentare una commercialità non troppo sincera. In definitiva "XIII Voltum Lunae" rappresenta una lavoro valido e ricco di spunti, alcuni dei quali forse non originalissimi, che rimane ancorato saldamente ai lidi di sonorità già esplorate e sviluppate ma riesce a non impantanarsi nella melma del trito e del banale.
Recensione a cura di Roberto 'Robbyy' Corbatto

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