Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2004
Durata:46 min.
Etichetta:Osmose
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. INTRO
  2. DOCTOR X
  3. CENSORED PROJECT
  4. BLASPHEMY
  5. OCCULT MEDICINE
  6. REVENANT HORDE
  7. REVERSED WORLD
  8. TRAPPED INTO LIFE
  9. SURGICAL DISTORTION
  10. SCHYZOPHRENIC CARNAGE
  11. ERASE THE PAST

Line up

  • Souteyrand Stéphane: vocals, guitars
  • Gautier Geoffrey: guitars
  • Villchez Victo: bass
  • Harrouart Laurent: drums

Voto medio utenti

Nuovo piacevole quanto brutale assalto dalla Francia, terra che negli ultimi tempi sta sfornando incredibili metal bands. Questo è il terzo album per gli Yyrkoon e segna una sterzata, a loro detta, verso sonorità più violente e brutali della precedente commistione tra violenza e melodia. In effetti il platter proposto è focalizzato su un death metal brutale si, ma mai monotono e che, anzi, è molto vario e dinamico, e che oltretutto non tralascia break melodici atti a spezzare la tensione di certi momenti piuttosto feroci. Dopo una breve intro, gli Yyrkoon fanno il loro ingresso con la grazia e la delicatezza di un carro armato, e parlo di “Doctor X”, ma strada facendo la proposta si arricchisce di parti thrash metal e altre molto più articolate ed atmosferiche, che hanno quasi un flavour progressivo dovuto ad assoli di pregevole fattura, e parlo di canzoni come “Censored Project”, Occult Medicine” e “Reversed World”.
La produzione è molto buona ed esalta l’impatto, soprattutto il basso e la batteria, ma allo stesso tempo non tralascia la pulizia di certi assoli ed il groove assassino delle vocals di Stephane.
La stratificazione del songwriting, la bravura esecutiva e la brutalità come corollario e immancabile sottofondo, non sono mai disgiunte, e fanno di questo disco un piccolo gioiello di efficienza e cattiveria in musica. Da rimarcare anche l’ottimo progetto grafico e l’impianto lirico che sembra orientato verso le deviazioni della medicina.
Certo gli Yyrkoon non inventano nulla, ma allo stesso tempo non annoiano e anzi danno una piccola ma significativa lezione di violenza ed estremismo sonoro, e state pur certi che non mi si vedrà mai negare una lode o un voto positivo a chi il Death Metal lo sa suonare e soprattutto te lo fa sentire giù, nello stomaco. Cosa che ultimamente, in Francia, danno via come il pane.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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