Divine Chaos - A New Dawn in the Age of War

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2014
Durata:49 min.
Etichetta:Evil EyE Records

Tracklist

  1. LAST CONFESSION
  2. DEATH TOLL RISING
  3. THE MYTH OF HUMAN PROGRESS
  4. SHADOW OF GOD
  5. IGNORANCE EVERLASTING
  6. RIVERS OF BLOOD
  7. FIELDS OF THE FALLEN
  8. SINAIN SANDS
  9. PERPETUAL WAR POLICY

Line up

  • Chris O'Toole: lead guitar
  • Dave Bennett: bass/vox
  • Benny F: vocals
  • Gilmour: guitar
  • James: drums

Voto medio utenti

Non posso nascondere che sin dai secondi iniziali di ascolto di questo debutto degli inglesi Divine Chaos, il nome dei Destruction sia il primo ad essermi venuto in mente. La botta thrashosa di suono, la batteria, l'essere selvaggi mi ha ricordato subito Schmier e soci. Quello con i tedeschi non è tuttavia l'unico paragone possibile, anzi. Attraverso i 9 pezzi di questo A New Dawn In The Age Of War spuntano elementi leggermente più moderni, come l'utilizzo di tastiere in secondo piano per creare un pochino di "atmosfera", una certa voglia di andare oltre le classiche strutture thrash, oppure aperture melodiche che possono spingersi fin verso lidi power o melodic death e, non ultimo, un velo di Nevermore. Certo non nella voce, che rimane invece costantemente sporca, destreggiandosi tra scream e growl con buoni risultati, oserei perfino dire che assomiglia a quella di Jeff Walker.
Che ci sia poco spazio per sognare o adagiarsi su soavi melodie lo indica già la copertina che utilizza sì le abusate piramidi, ma ne dà una visione distruttiva, di caos divino appunto.
Siamo davanti a un bel mix di cattiveria, tecnica e melodia, spalmato su canzoni che generalmente rimangono abbastanza lunghe, arrivando a punte di 7 minuti, ma non temete cari thrashers, la noia e la monotonia non albergano qui. Con una base sonora che sta dalle parti di Havok, Warbringer ed Evile, i Divine Chaos si spingono in una ricerca compositiva complessa che porta verso lidi di Revocation e Vektor, il che assicura chitarre decise nei riff ma che spesso sanno ricamare con fantasia e precisione trame articolate. A proposito, segnalo anche l'ospitata Josh Middleron, dei conterranei Sylosis (molto bravi e per un certo verso simili ai Divine Chaos), che marchia con un assolo Perpetual War Policy. La sezione ritmica, infine, è assolutamente all'altezza, con una prova del signor James Stewart davvero notevole, d'altronde non ha suonato nei Vader per le sue abilità con gli origami.

Se siete stufi del revival thrash pedissequo, impersonale, asettico, proposto da molte band negli ultimi 5 anni e volete provare qualcosa di più "frizzante", buttatevi sicuri.

Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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