Copertina 6,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2004
Durata:43 min.
Etichetta:Crash Music Inc.
Distribuzione:Andromeda

Tracklist

  1. END OF DAYS
  2. ON THE WINGS OF RAGE (DECADE OF PAIN)
  3. INFERNAL MIND
  4. FATE DIVIDED
  5. NEW WORLD ORDER
  6. DISEASE: MAN
  7. PRELUDE – THE SPIRIT OF AVALON
  8. AVALON

Line up

  • Michael Henneken: vocals
  • Timo Kauppinen: guitars
  • Henrik Klingenberg: keyboards
  • Pasi Kauppinen: bass
  • Juka-Pekka Koivisto: drums

Voto medio utenti

Secondo disco per i finnici Silent Voices, dopo “Chapters Of Tragedy” del 2000. Il sound proposto benché debitore, per stessa ammissione della band, di acts quali Dream Theater, Rush e Symphony X, ha comunque una fortissima componente power che sovente prende il sopravvento, e in alcuni casi è sporcata da connotati più brutali e meno raffinati, soprattutto nella voce, come in “Disease: Man”. Le songs pur essendo varie, quasi mai mostrano lampi di vero genio, e spesso si limitano a fare il verso alle bands sopra citate. Il singer Michael Henneken ha, inoltre, una voce troppo anonima e standardizzata, e ciò inficia di molto la proposta. Il lavoro di tastiere è buono perchè quasi mai prende il sopravvento sugli altri strumenti, ma spesso si limita a sottolineare alcuni passaggi più atmosferici.
L’impressione è che i Silent Voices cerchino di essere una vera band, completa, senza volersi mettere per forza in mostra le proprie doti tecniche, che comunque ci sono tutte.
Il pezzo forte del disco è, o dovrebbe essere, la conclusiva “Avalon” di ben oltre 10 minuti, la quale è preceduta dal preludio “Prelude – The Spirit Of Avalon” dal tono epico, e che è divisa in tre atti e risulta molto ben architettata, anche se l’impressione che si ha è che la band abbia costruito il disco intorno a questa song, utilizzando le precedenti songs come una sorta di palliativo in attesa del pezzo forte.
In generale sono presenti tutte le componenti che gli amanti del power/prog cercano in un disco, in primis assoli veloci e scale fulminee, certo non c’è l’originalità e non c’è nemmeno, forse, un certo quid di genialità, e per alcuni questo potrebbe rendere indigesto il disco, però mi sento di dire che il platter in fondo non è malaccio, rientrando nella media del genere.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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