Copertina 8,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2014
Durata:44 min.
Etichetta:Dark Descent Records

Tracklist

  1. THE BRIGHT WHITE NOTHING AT THE END OF THE TUNNEL
  2. WHERE I END AND THE HEMLOCK BEGINS
  3. GASPING IN DARKNESS
  4. ETERNALLY FALLING
  5. PANIC BECOMES DESPAIR
  6. LOST IN STATIC BETWEEN WORLDS

Line up

  • Unknown

Voto medio utenti

Beh, e questi da dove saltano fuori?
Ah, si tratta dell’ennesimo gruppo che decide di optare per un brumoso anonimato, celando identità e fattezze dei propri componenti… L’unica certezza, a quanto pare, è la provenienza: Canada, terra che nel corso degli anni ha saputo produrre ed esportare grandissime compagini black metal: Monarque, Gris, Frozen Shadows, Csejthe
Ecco, da oggi aggiungete pure al nobile elenco i torontoniani (non credo si possa dire, ma fa lo stesso) Thantifaxath, il cui debut si è comodamente insediato sul mio personale podio delle migliori uscite black metal dell’anno corrente.

Black metal, certo, ma non pensiate di trovarvi di fronte al classico album fatto di suoni impastati, blast beat come se piovesse e chitarre tremolanti. I Nostri, al contrario, sanno suonare eccome, si sono avvalsi di una produzione coi controfiocchi e soprattutto possiedono già una identità ben definita e un sound ambizioso, in grado di assestare alla scena estrema un forte scossone.
Sacred White Noise, infatti, dimostra oltre ogni ragionevole dubbio che si può risultare originali senza inventarsi chissà quali artifizi sonori, senza ricorrere a stramberie compositive o affidarsi a contaminazioni bislacche.

Le frecce all’arco dei Thantifaxath sono ben più letali: riffing inquieto, gelido e arzigogolato (particolarità riscontrabile sin dalla spaventosa opening track The Bright White Nothing at the End of the Tunnel), linee di basso maramaldeggianti (sentire Where I End and the Hemlock Begins per credere), cura certosina negli arrangiamenti che si traduce in un afflato ambient-sinfonico distintivo e mai invadente (posate le orecchie sull’intermezzo da brividi Eternally Falling o sul magistrale utilizzo del violino nella conclusiva Lost In Static Between Worlds), e soprattutto grandi brani.

Brani torrenziali, contorti, imprevedibili, che mutano continuamente forma ma non mood, rimanendo intrisi di paranoia, malessere e sofferenza dal primo all’ultimo secondo: la straordinaria Gasping in Darkness, sorta di canzone-manifesto del metallo nero evoluto eppur fedele a se stesso, saprà chiarirvelo più di quanto non possano le mie parole.

In effetti non intendo aggiungere altro per non rovinarvi la sorpresa.
Sacred White Noise merita di essere scoperto e assaporato senza fretta: si svelerà a voi pian piano, mostrando nuove sfumature ad ogni ascolto e avvolgendovi in un sudario di desolazione e morte dal quale non potrete più uscire.
Né lo vorrete.
https://www.youtube.com/watch?v=awzVdkZCFXo
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 05 giu 2014 alle 10:48

Madò che disco!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Spettacolare!!!!!!!!!!!!!

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