Copertina 3

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2014
Durata:41 min.
Etichetta:Inverse Records

Tracklist

  1. TUHKASTA
  2. RAATO
  3. TUO ON TUULI NUOLEN TUOJA
  4. HIIDEN VIRSI
  5. SUMUSSA SOUTAVA
  6. RUUMISVEDET
  7. KAARTUVAT
  8. SULA POHJAAN LUUT LEVOLLE

Line up

  • Ihtirieckos : bass
  • Rostiof : drums
  • Marras : guitars
  • Gastjäle : keyboards, flute
  • Fornjotur : vocals
  • Riena : vocals female

Voto medio utenti

Orrendo e anacronistico, in due parole il riassunto di un debut album inutile, che mi ha tolto tempo all’ascolto di qualcosa di più interessante e che toglierà tempo a chi deciderà di andare avanti nella lettura di questa recensione … Partiamo dal secondo “aggettivo” : anacronistico, come altro potreste definire un presunto symphonic black metal album infarcito di duetti tra voce maschile e femminile? Un omaggio ai tempi che furono, ma anche allora, metà/fine anni ’90 non è che la cosa mi piacesse poi tanto, ma è anche vero che eravamo in piena esplosione commerciale e che per conquistarsi un posto nell’affollato panorama dell’epoca si faceva di tutto, così tra extreme war painting e satanismo da fumetti, c’era anche chi aveva deciso di infarcire la musica di Satana con voci femminili, giusto per rendere ancor più sputtanato il movimento che si allargava a dismisura e senza controllo. Riproporre le stesse soluzioni vocali una quindicina d’anni dopo è almeno rischioso, se poi i due “cantanti” sono due assolute pippe (date solo un’ascoltata all’inizio di “Raato” ed eviterete di continuare a farvi del male) che intonano le loro melodie su un “tappeto musicale” pessimo allora siamo veramente al limite dell’inascoltabile. Solo un autolesionista sonoro come il sottoscritto poteva portare a termine l’ascolto di quest’album, infatti un essere umano e non, sano di mente, al primo brano avrebbe già riposto il cd in questione nel suo habitat naturale, il cestino dei rifiuti … Non me ne vogliono i cari amici finlandesi ma sta robetta poteva essere mediocre vent’anni fa, oggigiorno è spazzatura pura, non c’è motivo perché si debba ascoltare ‘sta schifezza leggerina completamente keyboard oriented che viene spacciata per black metal sinfonico… dai non scherziamo il black metal è una cosa seria, quello sinfonico una cosa seria un po’ più accessibile, ma non per questo ridicola o per pagliacci … Qua nei 40 minuti si sente un po’ di tutto, che viene spacciato per estremo solo per le vocals di Fornjotur ma in sostanza siamo più dalle parti di un black/gothic/folk vitaminizzato con diversi spunti thrash di serie Z, soprattutto in sede ritmica, piuttosto che con il black sinfonico inteso in senso stretto. Sei brani più due strumentali che assomigliano tanto ad una compilation piuttosto che ad un album organico. Comunque se tralasciamo le etichette e ci concentriamo sulla qualità dell’album… no, non ce la faccio … innanzitutto non si può e non si deve accostare la parola qualità a questo scempio, farlo vorrebbe dire non conoscerne il significato e continuare l’analisi dell’album sarebbe solo un esercizio di equilibrismo linguistico per non scadere negli insulti più beceri. Visto che si tratti di un debut album sarà ancora più semplice fare come se non ci fossimo mai incontrati, ognuno per la sua strada come perfetti sconosciuti, a mai più risentirci. Ribadisco orrendo!

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