Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2004
Durata:48 min.
Etichetta:Adrenaline
Distribuzione:Andromeda

Tracklist

  1. INNER VISION
  2. FORGOTTEN WORDS
  3. YOUR LIFE SLOWS DOWN
  4. THE SOUND OF INFINITY
  5. THE RIGHT SIDE OF THE WORLD
  6. FEAR OF TOMORROW
  7. WESTERN SUN
  8. THE EVIL
  9. REBEL SOULS
  10. SOME HEADS ARE GONNA ROLL

Line up

  • Alessio Taiti: lead vocals
  • Leonardo Taiti: guitars
  • Lapo Torrini: lead guitars
  • Massimiliano Dionigi: bass
  • Emanuele Vignozzi: drums

Voto medio utenti

Ritengo sia atteggiamento abbastanza normale, quando si è grandi appassionati di musica (qualunque sia il genere d'appartenenza), magari con un discreto periodo di "militanza" alle spalle, che si ricerchi sempre, per i propri acquisti, un po' d'originalità, d'aspetti "nuovi" o alternativi (intendendo questo termine nella sua accezione più ampia), magari anche all'interno di stili musicali molto "codificati" … un "qualcosa", insomma, che possa attirare all'ascolto, tra la marea di prodotti più o meno simili che offre l'attuale mercato discografico.
Qualche volta, d'altro canto, è invece bello mettere da parte queste ricerche e infischiarsene delle contaminazioni, delle sperimentazioni o dell'"esclusività" della proposta musicale, affidandosi completamente all'istinto e tornare a quei suoni che costituiscono il codice genetico d'ogni "metallaro" che possa fregiarsi di tale nomea, improntati al più classico degli heavy metal, puro, "selvaggio", semplice pur nella sua varietà formale, quello che evoca la tradizionale iconografia denim & leather, con condimento di borchie e Harley Davidson cromate, che vide i Gods britannici Judas Priest (quelli degli anni d'oro, per intenderci) come assoluti protagonisti e dopo di loro una nutrita schiera di più o meno validi epigoni.
Se, un po' stanchi d'inseguire le ennesime fantomatiche "new sensations", volete, quindi, riscoprire le vostre passioni primordiali, se siete semplicemente degli irriducibili "defenders" o degli audiofili che amano i suoni forgiati nell'acciaio, che non ricercano grandi innovazioni, ma solo eruzioni di mastodontico H.M. anni '80, credo che "Metal hurricane" (molto "rigoroso" al cliché, fin dal titolo) dei toscani Frozen Tears (prima prova discografica licenziata sotto il marchio tricolore della Steelheart / Adrenaline Records, dopo i due precedenti Cd usciti per la brasiliana Megahard), possa essere una scelta perfetta.
Il disco è, infatti, un concentrato di sonorità power'n'heavy taglienti, nel quale traspaiono anche soluzioni melodiche interessanti, che aumentano notevolmente le quotazioni della band.
Le vocals di Alessio Taiti contribuiscono non poco a citare i Judas come principale influenza del combo (anche la decisione di includere una pregevole versione di "Some heads are gonna roll", estrapolata da "Defenders of the faith" è da valutare come un buon indizio), grazie ad una timbrica a tratti realmente impressionante nell'emulazione del grande Halford dei tempi migliori.
E' chiaro che anche in questa sorta di riproposizione di heavy genuino, senza troppi fronzoli, assolutamente rispettoso delle "regole del gioco", sia in ogni caso indispensabile una gran predisposizione naturale, per non incappare in una rilettura troppo sterile e in un approccio (spesso inconsapevole) da cover band … ebbene i Frozen Tears mettono in mostra proprio questa caratteristica "nobile", riuscendo a non risultare stucchevoli, grazie ad un particolare assolutamente imprescindibile per sostenere in modo credibile un'"eredità" così gravosa e che si chiama "attitudine" e il possederla non è una faccenda così scontata, credetemi (per questi connotati e per alcune affinità musicali, mi hanno ricordato un po' gli strepitosi Malice o rimanendo dalle nostre parti, gli emiliani Crying Steel).
Parlare di canzoni che emergano da tale contesto è piuttosto difficile, giacché il disco procede spedito nella sua compattezza, alternando con sapienza accelerazioni e mid-tempos pesanti, evidenziando il songwriting accurato e le ottime capacità strumentali del gruppo, con la nuova sezione ritmica, vero metronomo geometrico e dirompente, e le continue rasoiate sferzanti e i killer riffs delle due asce Taiti / Torrini, quest'ultimo autore anche di pregevoli assolo.
Le mie preferenze vanno, comunque, all'incalzante "Forgotten words", alla "cattivissima" "Your life slows down", con tanto di rombo motoristico introduttivo (tra Judas Priest, Sanctuary e Accept), alla tellurica "The sound of infinity" (grande interpretazione vocale), alla leggermente più melodica ed epica "The right side of the world" (un piccolo "gioiellino", davvero), agli influssi N.W.O.B.H.M. di "Fear of tomorrow" (un dovuto plauso al lavoro chitarristico) e alla poderosa "The evil".
Una registrazione competente e abbastanza "straight" (realizzata nei noti Fear Studios) esalta ancor di più l'efficacia del disco.
I Frozen Tears sono un'altra dimostrazione che metallo italiano non è solo sinonimo di power speed sinfonico, ma che qui da noi sono presenti anche eccellenti realtà appartenenti ad altre estrazioni musicali.
Ringraziando questa band che mi ha fatto riscoprire il grandissimo piacere che queste sonorità sono in grado di elargire, non mi resta che concludere rispolverando un'antica espressione, che mi pare decisamente appropriata alla circostanza … ragazzi, continuate così e … Keep the faith alive!
Recensione a cura di Marco Aimasso

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