Inquisition - Obscure Verses for the Multiverse

Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2013
Durata:45 min.
Etichetta:Season of Mist

Tracklist

  1. FORCE OF THE FLOATING TOMB
  2. DARKNESS FLOWS TOWARDS UNSEEN HORIZONS
  3. OBSCURE VERSES FOR THE MULTIVERSE
  4. SPIRITUAL PLASMA EVOCATION
  5. MASTER OF THE COSMOLOGICAL BLACK CAULDRON
  6. JOINED BY DARK MATTER, REPELLED BY DARK ENERGY
  7. ARRIVAL OF EONS AFTER
  8. INVERSION OF ETHEREAL WHITE STARS
  9. INFINITE INTERSTELLAR GENOCIDE

Line up

  • Dagon: Guitars, Vocals
  • Incubus: Drums

Voto medio utenti

Il 2013 è stato, finora, un anno molto avaro di soddisfazioni per chi ama il Black Metal.

Finora.

Probabilmente alla maggior parte di voi il nome degli Inquisition dirà poco o nulla: il duo colombiano, dal 1996 trasferitosi negli States, è sempre rimasto nell'underground, alimentando con dedizione e disturbante fierezza la fiamma del metallo nero.
Tutti i loro lavori sono imperdibili.
Distruttivi, impenetrabili, carichi di odio estremo.

"Obscure Verses for the Multiverse", primo album del gruppo ad uscire per la Season of Mist, non fa eccezione.
Black Metal devastante, suonato con una perizia che ha pochi paragoni nella scena, oscuro, magmatico, capace di annichilire con il suo odio.
Dieci brani gelidi, dieci inni di morte adagiati su una sezione ritmica demoniaca, a suo agio sia nei furiosi blast beat che nei sulfurei rallentamenti, dieci urla di puro nero.
Un nero denso e appiccicoso che sembra soffocarti nel suo farsi quasi "fisico".
Gli Inquisition proseguono sulla strada tracciata dal precedente, fortunato, album ma inseriscono elementi di novità: da un lato la ricerca melodica, prendete il termine con le dovute cautele, si fa più evidente e porta il gruppo a disegnare aperture stupefacenti che non fanno altro che esaltare la violenza sprigionata dalle note, dall'altra il riffing della chitarra di Dagon, a tratti geniale, diventa sempre più complesso ed intricato contribuendo, in modo decisivo, alla sensazione di soffocamento alla quale accennavo precedentemente e facendosi interprete di un suono moderno e dissonante perfetto nel gestire le visioni cosmologiche narrate nei testi e per sopperire alla "cronica" assenza del basso.

Nel disco non c'è un passaggio fuori luogo, tutto è studiato alla perfezione.
Il ghigno velenoso del leader, praticamente identico a quello di Abbath degli Immortal, vomita il suo disprezzo incessantemente, l'alone ritualistico, da sempre trademark del duo, spezza la furia esecutiva con passaggi inquietanti e rallentati, le accelerazioni sapientemente incanalate in un vortice di devastazione e non fini a se stesse.
Tutto concorre a dare vita ad un album praticamente perfetto. Un album ancora una volta sopra le righe. Un album imperdibile per chi ama il vero estremo.
Gli Inquisition, che ricordo essere in giro dal lontano 1988, si confermano, dunque, una stella di primissima grandezza e ribadiscono, ancora una volta, che accanto a quelli norvegesi anche il loro nome dovrebbe essere inciso a caratteri cubitali nell'olimpo del Black Metal.

Mostruosi.

Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 08 nov 2013 alle 11:05

gli Inquisition sono una garanzia, se li filano in pochi ma non hanno mai sbagliato un disco. Era ora che arrivasse qualcuno a dipingere questa annata con un black nero-pece come si deve

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.