Copertina 4

Info

Anno di uscita:2013
Durata:60 min.
Etichetta:Columbia

Tracklist

  1. THIS SULLEN WELSH HEART
  2. SHOW ME THE WONDER
  3. REWIND THE FILM
  4. BUILDER OF ROUTINES
  5. 4 LONELY ROADS
  6. (I MISS THE) TOKYO SKYLINE
  7. ANTHEM FOR A LOST CAUSE
  8. AS HOLY AS THE SOIL (THAT BURIES YOUR SKIN)
  9. 3 WAYS TO SEE DESPAIR
  10. RUNNING OUT OF FANTASY
  11. MANORBIER
  12. 30-YEAR WAR

Line up

  • James Dean Bradfield - voce, chitarra
  • Sean Moore - batteria
  • Nicky Wire - basso

Voto medio utenti

Quando Richey James Edwards è scomparso, probabile suicida da un ponte, ha portato con se' anche quella che era a tutti gli effetti una sua creatura. Dai testi ricchi di riferimenti letterari e politici, alle performance estreme da vivo, alla musica nervosa, elettrica, fra punk e indie rock, i Manic Street Preachers vivevano della lotta per la working class, della militanza nel Socialist Labour Party e della sua visione originale della musica. Generation Terrorists fu un disco innovativo per il 1992. Poi nel '95 ha scelto di lasciarci e all'inizio sembrava che la band ce la facesse lo stesso. Con un'aspetto più "normale" e concerti meno nichilisti, la musica ha accentuato la componente melodica e malinconica e sono usciti due signori dischi come Everything Must Go e This Is My Truth Tell Me Yours. Nel 2001 sono stati la prima rock band occidentale a suonare a Cuba, dove hanno anche incontrato Fidel Castro; lo stesso anno esce Know Your Enemy. Poi dal 2004 il lento ed inesorabile tracollo con sonorità sempre più mosce fino a Rewind the Film. Il sottotitolo potrebbe essere quello del brano numero sette: Anthem For A Lost Cause, perchè tornare indietro non si può e quindi ci tocca guardare un James Bradfield imbolsito che canta su un mix fra i Ladri di Biciclette ed i Beach Boys. Ora: io amo i Beach Boys, ma visualizzare le Hawaii ascoltando i Manics mi fa venire la depressione. Quelle trombe gliele metterei come cappello, come si dice a Roma. This Sullen Welsh Heart fa pensare al Galles in senso molto campagnolo, con un country puro alla John Denver di Rimes and Reasons. Non so se nei pascoli gallesi ci siano i cowboy a pascolare le mucche. La title track è un melodico schianto di palle, che finiscono in un barile di melassa, mentre 4 Lonely Roads sembra presa da Woodstock. I Manics sono tornati indietro di parecchie decadi musicali, per suonare musica vecchia con strumenti moderni. Mi piace la musica vecchia, non mi piacciono questi pezzi disarmanti. E se Soderbergh ha avuto il coraggio di girare Knockout, perché voleva far sesso con Gina Carano, qual'è la loro scusa? Qui gli unici a trovarsi piegati a novanta sono i fan, che dovrebbero intentargli una class action per l'utilizzo distorto del marchio. Quest'anno il non invidiabile primo posto per miglior esempio di anti musica se lo stanno litigando in parecchi. Ai posti più alti, per ora, ci sono loro e i NIN.
Recensione a cura di Laura Archini

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 10 ott 2013 alle 07:39

Stand Away The Tiger è uno dei loro lavori migliori, per nulla moscio ed è del 2007, il successivo Postcard gli è inferiore ma altrettanto buono. Il nuovo l'ho ordinato e non ancora ascoltato. Cmq ogni loro lavoro contiene perle inarrivabili per tanti altri e tra alti e bassi, sono ancora tra i migliori. Certo, non si può avere sempre un This is my...

Inserito il 09 ott 2013 alle 12:28

E'...beh... hum...

Inserito il 09 ott 2013 alle 09:35

nooo... da sempre una delle mie band preferite... è davvero così male? mi fa passare la voglia di ascoltarlo...

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