Copertina 8

Info

Anno di uscita:2013
Durata:66 min.
Etichetta:Indie Recordings

Tracklist

  1. ROTLAUST TRE FELL
  2. FEHU
  3. NAUDIR
  4. EHWAR
  5. ANSUR
  6. IWAR
  7. INGWAR
  8. GIBU
  9. SOLRINGEN
  10. SOWELU
  11. HELVEGEN

Line up

  • Kvitrafn: all instruments, vocals
  • Gaahl: vocals
  • Lindy Fay Hella: vocals
  • Erlend Gjerde: drums

Voto medio utenti

So che un frassino s’erge, Yggdrasill lo chiamano,
alto tronco lambito da limpide acque;
di là vengono rugiade che piovono nelle valli.
Sempre s’erge, verde, sopra la sorgente di Urdhr.


Wardruna è l’ambizioso progetto del multistrumentista Einar “Kvitrafn” Selvik che, insieme al controverso ex-cantante dei Gorgoroth Kristian Espedal, in arte “Gaahl”, e la cantante Lindy-Fay Hella, vuole rendere omaggio, grazie all’uso di antichi strumenti norvegesi, di testi in norvegese e in antico nordico che seguono la struttura tipica della poesia norrena, alla cultura e alla storia della sua terra, l’amata Norvegia.

Il disco fa seguito al precedente “Gap var Ginnunga” ed è la seconda parte della trilogia intitolata “Runaljod”, poesia delle rune, che è, appunto, una trasposizione in musica del significato profondo delle ventiquattro rune che compongono il futhark, l’alfabeto runico.

Gli antichi strumenti creano melodie ancestrali e tribali, grazie all’uso massiccio delle percussioni e di un particolare tamburo a cornice, in cui si staglia la voce di Gaahl, ora sussurrata, ora incisiva e teatrale, ora accompagnata da cori solenni, come nella seconda traccia “Fehu”, che donano alla musica dei Wardruna un’epicità veramente unica.

Per rendere ancora più vivo questo legame con la propria terra, alcuni pezzi sono stati registrati all’aperto e l’uso di questi strumenti desueti, mescolati a quelli della natura e ai cori, come in “AnsuR” o nella bellissima canzone finale “Helvegen” creano davvero un’atmosfera magica e fanno immaginare riti pagani nelle sconfinate foreste norvegesi.

La musica di questo “Yggdrasil” si muove tra il folk, l’ambient e il neofolk, un ibrido sonoro indescrivibile fatto di ritmi tribali e ossessivi, momenti rituali, parti dilatate, cori epici e sussurri misteriosi, che mi sento di consigliare a chi abbia voglia di chiudere gli occhi e fare un viaggio musicale in terre lontane e tempi remoti.
Recensione a cura di Everasia

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 21 apr 2013 alle 11:03

bravi sì ma du palle..

Inserito il 21 apr 2013 alle 00:26

Figurarsi :-p

Inserito il 19 apr 2013 alle 23:31

Anche secondo me. Ero convinta che sarebbe piaciuto tanto anche a te. :) Il Graz invece, per esempio, gli avrebbe dato un 6/6,5.

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