Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2013
Durata:51 min.
Etichetta:My Kingdom Music

Tracklist

  1. TOWARDS DOOM
  2. ANOTHER WAY
  3. BEHIND THE LIGHT
  4. STORM
  5. REASONANCE
  6. WHIRL'S CRETERION
  7. LE POISON A LA MODE
  8. UNDYING DIABOLYCA
  9. PULSE OF AWAKENING

Line up

  • Federica Viola: guitars
  • Karin Baldanza: vocals
  • Fabio Accardo: bass
  • Elio Lao: drums

Voto medio utenti

Vi faccio un quiz: che vi aspettate da un gruppo italiano che ha tra le sue fila una bella donzella alla voce e un'altrettanto bella donzella alla chitarra? Avete detto symphonic power o giù di li? Avrei risposto così anch'io, lo ammetto, e invece..

..invece i Radiance, palermitani all'esordio sulla lunga distanza con questo "Undying Diabolyca" stupiscono tutti e si esibiscono in un prog non esageratamente complesso ma di sicuro interesse, che mi ha ricordato gli inglesi To-Mera di Julie Kiss.
Confermano senza dubbio le discrete impressioni emerse dal Promo targato 2012 e recensito dal buon Ermo, anche se personalmente devo dire, mio malgrado, di non essere propriamente un fan della voce della bella Karin Baldanza, che a mio modo di vedere non riesce mai a trovare una vera identità all'interno del disco, barcamenandosi tra una voce "lirica" non troppo convincente e una "normale" decisamente migliore ma dai contorni troppo vaghi. Senza dubbio apprezzabile l'avere una ragazza dietro al microfono in un gruppo prog, non è cosa così comune, ma forse sarebbe stato meglio un altro tipo di approccio allo "strumento".
A fare da contraltare alla prestazione un po' ombrosa, ma non per questo priva di talento, di Karin c'è senza dubbio la prova maiuscola di Fabio Accardo al basso: qua lo dico e qua lo nego, ma un giovane bassista così bravo e di così spiccata personalità non lo sentivo da davvero tanto, tanto tempo. A tratti, per lo stile, mi ha ricordato un po' Lars Norberg degli Spiral Architect e un po' Randy Coven degli Ark..insomma, mica pizza e fichi. Se non ci credete, basta dare un ascolto alla bellissima "Another Way" e all'altrettanto bella "Undying Diabolyca", canzone che da il titolo all'album.
Il resto delle canzoni è di discreto livello, con picchi raggiunti da "Storm" e "Behind the Light", ma non reggono la prova del tempo, risultando alla lunga un po' troppo prive di personalità. Una maggiore attenzione e creatività a livello di songwriting, insomma, non avrebbero certo guastato.
Discreti sono invece gli inserti di chitarra e gli assoli di Federica Viola, così come ottimo è invece il lavoro alla batteria del metronomo Elio Lao.

Complessivamente però "Undying Diabolyca" è senza dubbio un esordio positivo per una band che ha dalla sua un mare di talento e la sicura possibilità di sfondare. Avanti quindi di questo passo, limando magari qua e la qualche piccolo difetto di giovinezza artistica, verso un secondo disco che mi aspetto di livello ancora superiore.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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