Copertina 7

Info

Anno di uscita:2004
Durata:40 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. YOU AND ME
  2. THIS DAY IS GONE
  3. DIRTY LITTLE SECRET
  4. NEVER DOWN
  5. KRYPTONITE
  6. THE SMILE
  7. WONDER WHY
  8. TAKE IT AWAY
  9. DAY OR NIGHT
  10. THE HOSE
  11. SAY GOODBYE

Line up

  • Sandro Giampietro: vocals, guitars, keyboards
  • Jens Becker: bass
  • Mike Terrana: drums

Voto medio utenti

Apparsi praticamente dal nulla, gli Zillion sono in realtà formati da tre musicisti piuttosto noti. Il fautore del gruppo è dei tre quello meno conosciuto, Sandro Giampietro, che era stato il chitarrista al fianco di Michael Kiske nei Supared. Su questo album Sandro si incarica non solo di suonare la chitarra, ma anche delle parti di tastiera e sopratutto delle vocals, cavandosela discretamente, una voce che ben si adatta al contesto Hard Rock sul quale vertono gli undici pezzi dell'album. Al suo fianco troviamo poi una sezione ritmica di alto spessore tecnico e di grande esperienza. Ecco infatti, Jens Becker, bassista con un passato nei Running Wild e Kingdom Come ed ormai una delle colonne dei Grave Digger, ed infine il drummer Mike Terrana, attualmente nei Rage ma con alle spalle una vorticosa collezione di militanze e collaborazioni, tra le quali si possono citare quelle con Yngwie Malmsteen ed Axel Rudi Pell. Si parte con un brano discretamente energico e d'impatto, "You And Me", mentre le melodie, sempre convincenti e mai troppo zuccherose, cominciano a farsi evidenti sin dalla seconda traccia "This Day Is Gone", dove Sandro si ritaglia anche lo spazio per un avvincente assolo. Un buon Hard Rock melodico, suonato alla "tedesca", anche se poi "Never Down" strizza un occhio a sonorità più mainstream, mantenendo i contatti con il pianeta Heavy sopratutto per il terremotante drumming di Terrana. E' sempre lui a pestare sulla rockeggiante (ma melodica) "Kryptonite" e sulla ancor più grintosa "The Smile", canzone che richiama il Bruce Dickinson solista. E' certamente ammirabile come Sandro Giampietro non cerchi mai di strafare, piazzando tuttavia assoli misurati e di gusto, ma lavorando sopratutto con e per la band. Dell'intera scaletta tocca a "Wonder Why" (la mia preferita...) ad esprimere il maggior potenziale Heavy degli Zillion, con un riff ed un guitar solo molto eighties. I suoi contraltari sono rappresentati dall'accattivante "Take It Away", che ricorda non poco i Bon Jovi, e dalla delicata "Day Or Night", un lentone sin troppo di maniera che attira la mia attenzione solo sul finale, quando è la chitarra a catturare la scena con un azzeccato assolo. Credo proprio che gli Zillion diano il meglio nei momenti più torridi, e dargli perlomeno un ascolto non sarebbe una pessima idea. Certo che la copertina è di un anonimato (e di una bruttezza) inverosimile, ma l'unico vero appunto da muovere agli Zillion è l'eccessiva brevità dell'album, che non arriva superare i 40 minuti di durata. Davvero un po' pochi.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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