Copertina 6

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2012
Durata:51 min.
Etichetta:SPV
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. BROKEN DREAMS
  2. BREAK IT, CRACK IT, DESTROY IT
  3. BACK TO LIFE
  4. A NIGHT TO REMEMBER
  5. KARMA
  6. WHISPERS
  7. SMILE AT THE WORLD
  8. HATE...LOVE...DROP IT!
  9. VISIONS
  10. COURSE OF LIFE
  11. AWESOMENESS
  12. MYSTERIOUS WAYS
  13. STRONGEST THING OF ALL

Line up

  • Stefan Elmgren: guitars
  • Michael Andersson: vocals
  • Anders Johansson: drums
  • Tommy Larsson: bass
  • Stefan Rosqvist: guitars

Voto medio utenti

Album senza infamia e senza lode questo dei Fullforce, che per chi non lo sapesse è la band fondata da Magnus Rosen e Stefan Elmgren dopo aver entrambi lasciato gli Hammerfall, anche se dopo poco tempo il biondo e lungocrinito bassista ha abbandonato anche questa per incompatibilità artistiche, sostituito da Tommy Larsson, ex Dream Evil e Heed... Per completare il quadro di famiglia troviamo Anders Johansson, anche lui degli Hammerfall, alla batteria: insomma, una gran fantasia!

La direzione musicale però con la band di Oscar Dronjak non c'entra nulla, accantonato completamente un certo power/classic metal molto ottantiano, qui si parla di un hard rock quasi AOR, molto easy listening, a volte sulle soglie del pop, e ad una produzione assai leggerina si affianca la voce di Michael Andersson dei Cloudscape, che è molto radiofonica, stile Jimi Jamison, stile Joe Lynn Turner, stile Stan Bush, insomma avete capito.

Il discorsaccio è che sia questo "Next Level" sia il precente "One" sono album letteralmente inefficaci e composti in dieci minuti: l'esperienza dei musicisti in questione ovviamente fa sì che il disco sia decente, ben suonato, ma oltre al compitino svolto con diligenza non troviamo altro. I brani scorrono via uno diopo l'altro nell'assoluto anonimato, tutti troppo ordinari e perfettini per lasciare una qualsivoglia emozione.

La tripletta iniziale "Broken Dreams", "Break It ecc ecc" e "Back to Life" è veramente esemplificativa in questo senso ed un po' sinceramente dispiace che gente così, che ha fatto dischi importanti nella storia del metal (basti pensare ad Anders con i dischi storici di Malmsteen) sia ridotta a cimentarsi in prove assolutamente prive di qualsivoglia motivo artistico e, diciamocelo pure, relegate all'oblio nel giro di poche settimane.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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