Copertina 8,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2012
Durata:44 min.
Etichetta:WIllowtip records

Tracklist

  1. DUSK
  2. REQUIEM FOR THE GREY
  3. THROATLESS SIRENS
  4. NADIR
  5. EMBRACING NULL
  6. THE BLOOD OF TIME
  7. PATHEA

Line up

  • Blake Simpson: Vocals
  • Alex Nicholson: Bass, Vocals
  • Scott Heldorf : Guitars
  • Steve Smith: Drums

Voto medio utenti

Originari di Sydney, con alle spalle due album (l'esordio “Extinction|Salvation” del 2007 e il successivo “Our Ashes Built Mountains” del 2010), tornano i Beyond Terror Beyond Grace, con una formazione completamente rinnovata, i cui unici superstiti sono i membri fondatori Alex Nicholson (basso) e Steve Smith (batteria) e con una nuova direzione stilistica.

Abbandonato il grindcore degli esordi, si ripresentano sul mercato con questo nuovo “Nadir”, confezionando un piccolo gioiello di post-black/death metal maestoso e ispirato, un deciso cambio di rotta verso sonorità decisamente più intriganti.

Apre le danze “Dusk”, brano caratterizzato dalle ritmiche serrate, con un incedere black metal in senso più stretto, dal sapore quasi old school per certi versi, arricchito da passaggi atmosferici, dove fanno ingresso le varie influenze “post”.
La struttura si è fatta decisamente più complessa e maggiormente dilatata. Le canzoni scorrono senza lasciare un attimo di respiro, vuoi per la violenza che comunque scaturisce dalle note che lo vanno a comporre, vuoi per il pathos e l'intensità che ogni brano dell'album possiede.
Si va dalla a dir poco splendida “Requiem for the Grey” alla lenta e catacombale “The Blood of Time”, da “Embracing Null” in cui si possono riscontrare elementi shoegaze fino alla strumentale “Nadir”.
Degna di menzione è “Throetless Sirens”, dai toni quasi drone/noise, un brano a tratti ossessivo nel suo scavare nel profondo, con un crescendo che prende alla bocca dello stomaco, fino alla furiosa esplosione: da togliere il fiato.
Ben curate le linee vocali, incisive e brutali del nuovo singer Blake Simpson e il lavoro di batteria, perfetto nel contesto dei brani e spesso punto focale delle composizioni.
Chiude l'album la strumentale “Pathea”, un misto di ambient e noise, perfetta conclusione di questo
grandioso “Nadir”.

Non sono molti i dischi in cui l'aggressività estrema riesce a coniugarsi ad un pathos e ad un'emotività rari. I Beyond Terror Beyond Grace ci sono riusciti, producendo quello che è in assoluto il loro lavoro migliore e, a parere del sottoscritto, uno dei più bei dischi in ambito estremo dell'anno.
Recensione a cura di Simone Carta

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