Hotel Diablo - The Return To Psycho, California

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2012
Durata:non disponibile
Etichetta:Scarlet Records

Tracklist

  1. TAKEN
  2. ALL THESE YEARS
  3. WHAT YOU DO TO ME
  4. PSYCHO, CALIFORNIA
  5. BURY YOU*
  6. SET IT OFF
  7. WICKED LINES*
  8. WONDERWALL (OASIS COVER)
  9. TRIGGER
  10. WHAT YOU DO TO ME (ALT)**
  11. BURY YOU (ALT)*

Line up

  • Rick Stitch (Vocals)
  • Alex Grossi (Guitar)
  • Mike Duda (Bass)
  • Mike Dupke (Drums)

Voto medio utenti

C'era grande attesa attorno al debut album degli Hotel Diablo, a tutti gli effetti super band losangelina, formata dal cantante Rick Stitch (Adler’s Appetite), il chitarrista Alex Grossi (Quiet Riot) e la possente sezione ritmica formata dal bassista Mike Duda e dal batterista Mike Dupke (W.A.S.P. entrambi), e prodotto da Gilby Clarke (Guns N’ Roses, Rockstar
Supernova). Dopo averlo ascoltato, le recensioni possibili sono due. Se non sapessi dei trascorsi dei musicisti, direi che The Return to Psycho, California scorre via piacevolmente, non è molto originale ma è accattivante. Sapendo, invece, con chi abbiamo a che fare il giudizio non può che cambiare. L'ascolto resta piacevole ma semplicemente perchè la musica è commerciale ed estremamente derivativa, orecchiabile ma moscia e scontata. Mancano iniezioni di energia, assenti gli assoli
di chitarra. Entriamo nel dettaglio. Rick Stitch nei toni bassi è identico a Bon Jovi, in quelli alti a Chad Kroeger dei Nickelback. L'apripista Taken unisce una struttura alla Alice in Chains con le chitarre di Led Zeppelin e Guns and Roses. All These Years chiama di nuovo in causa i Guns insieme a Bon Jovi. What You Do To Me e Wicked Lines sono due classiche ballad americane ai limiti con il pop rock; i punti di riferimento potrebbero essere Winger o Cinderella, comunque sono talmente scontate, anche nei testi, che è quasi divertente provare ad indovinare la parola o la nota successiva riuscendoci. La titletrack è anche il pezzo meno convincente e mi ricorda vagamente gli Hardcore Superstar ma senza quella potenza e cattiveria. Bury You è 100% Nickelback. L'intro di Set It Off ricorda i Guns di Welcome to the Jungle e tutta la parte chitarristica li richiama. Wonderwall è un'onestissima cover degli Oasis. Trigger è un altro pezzo estremamente scontato, che di nuovo richiama la band di Axel Rose. Chiudono due versioni alternative di Bury You e What You Do To Me, che in realtà non sono granchè diverse dalle originali. Dalla sezione ritmica degli W.A.S.P. e dal chitarrista dei Quiet Riot sarebbe stato lecito attendersi di più. Di sicuro i brani sono tutti estremamente commerciali e radiofonici, quindi, se era ai soldi che pensavano in fase di composizione, soldi potrebbero arrivare. Non brutto ma davvero niente di che.
Recensione a cura di Laura Archini

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.