Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:58 min.
Etichetta:Rage In Eden Records

Tracklist

  1. ALTARIA EXPIATIONIS
  2. DELUBRA VEXATORUM
  3. VIOLATIO SIGILLORUM
  4. CONVIVIUM VULTURUM
  5. CUNABULA IMPROBITATIS
  6. CHRISMA CRUCIFIXORUM

Line up

  • Davide Del Col: all instruments

Voto medio utenti

Vi stupirà, o forse no, sapere che dietro il progetto Antikatechon si cela l’italiano Davide Del Col, e ancor più vi stupirà sapere, sempre forse, che il tizio in questione è abbastanza rinomato nel panorama della musica ambient, alla luce non solo del precedente e ben accolto “Privilegium Martyrii”, ma anche in virtù del fatto che è dietro almeno un altro paio di progetti interessanti, e mi riferisco a Echran e Molnija Aura.
Parlavo di musica ambient, termine troppo generico per definire la musica di Antikatechon, in quanto in questo “Chrisma Cricifixorum” la materia sonora è composta da lunghe, quando non lunghissime, suite dark ambient, piene di riverberi, di fruscii, di atmosfere algide e sinistre.
Se, per un verso, il tema di fondo sembra essere quello già sperimentato in passato, ovvero un tema a sfondo mistico/religioso, traslucendo, pezzi come “Convivium Vulturum” e “Altaria Expiationis”, un’aura di solennità e sacralità incipiente, per altro verso alcune aperture melodiche e l’uso di certi sample, come in “Delubra Vexatorum”, forniscono suggestioni che valgono a dimidiare l’atmosfera sepulcrale dei pezzi. In effetti in alcuni passaggi la dark ambient sembra tramutarsi in industrial glaciale, al punto che lo scenario sembra mutare in una banchina di un metrò di una grande città europea del nord, sommersa dalla luce fredda del neon bianco che crea sinistri chiaroscuri e che, nonostante la folla in attesa del treno, crea un sensazione di solitudine terrificante.
Sono queste le suggestioni che Antikatechon rammenta, e ovviamente buona parte è rimessa all’ascoltatore e alla sua capacità di lasciarsi trasportare dalla musica e dalle sensazioni che trasmette.
È inutile sottolineare che questa non è musica per tutti, ma sfido chiunque a non avere brividi sul finale di “Violatio Sigillorum”, finale nel quale le tastiere e i sintetizzatori creano un’aura apocalittica ma sacrale al tempo stesso, una sorta di funeral doom/dark ambient raggelante.
In definitiva un disco molto interessante, non banale, e ‘aperto’ anche agli ascoltatori meno avvezzi a determinate sonorità.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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