Copertina 7

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2004
Durata:47 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. NEW WORLD MESSIAH
  2. AGAINST THE WORLD
  3. AVALON
  4. AWAKENING
  5. EGYPTICA
  6. BREAK AWAY
  7. END OF DAYS
  8. THE FLAME WILL NEVER DIE
  9. ONE NATION
  10. NIGHTMARE

Line up

  • Jonny Lindqvist: vocals
  • Fredrik Mannberg: guitars
  • Nils Norberg: guitars
  • Nils Eriksson: bass
  • Owe Lingvall: drums

Voto medio utenti

Puntuale come la primavera, ecco giungere sugli scaffali dei negozi il nuovo disco dei Nocturnal Rites, “New World Messiah”, sesto episodio della nutrita discografia del gruppo svedese. Dopo tre dischi all'insegna del Power Metal melodico, con “Afterlife” (2000) i Nocturnal Rites avevano cercato di cambiare le carte in tavola, registrando un disco coraggioso e distante da quanto fatto fino a quel momento, più graffiante e ricco di spunti elettronici. Questo cambiamento nel sound del gruppo era coinciso con l'ingresso nella line-up dell'ottimo singer Johnny Lindqvist, ma già col successivo “Shadowland” (2002) i Nocturnal Rites avevano fatto una parziale retromarcia, cercando di conciliare le taglienti sonorità di “Afterlife” con le atmosfere e le melodie dei primi dischi. E se in “Shadowland” questo risultato era stato ottenuto parzialmente, si ha la sensazione che in “New World Messiah” l'obiettivo sia stato pienamente centrato. Il platter si apre con l'energica title-track, che sin dalle battute iniziali evidenzia un songwriting solido e convincente, e prosegue con la fiera “Against the World”, mid-tempo che permette di apprezzare la timbrica al vetriolo di Jonny Lindqvist, e la travolgente “Avalon”, classica song alla Nocturnal Rites dal chorus di grande impatto. Le due successive track testimoniano il tentativo del gruppo di sperimentare nuove soluzioni: “Awakening” colpisce per cambi di tempo azzeccati e refrain di sicura presa, con l'elettronica a fare capolino qua e là; in “Egyptica” il gruppo esplora sonorità inedite, dando vita ad atmosfere cupe e desolate. Con “Break Away” e “End of Days” si torna su territori più tradizionali, due canzoni veloci e melodiche, mentre “The Flame Will Never Die” è forse l'episodio più riuscito di tutto il disco, una mid-tempo seducente in cui Lindqvist è abilissimo a destreggiarsi tra linee vocali più distese e passaggi più intensi. “One Nation” è più solare e sinfonica, e l'album si chiude con “Nightmare”, i cui riff di apertura portano alla mente le sonorità del fortunato “Tales of Mystery and Imagination”. Ancora una volta i Nocturnal Rites ci hanno regalato un ottimo disco, un buon compromesso tra melodicità e potenza, grazie anche ad una produzione adeguata (Finnvox) e ad un'ottima performance dal punto di vista strumentale, con una doverosa menzione per il drummer Owe Lingvall. Da un gruppo che suona questo genere da quasi dieci anni, sempre con la stessa passione e la stessa bravura, non si può pretendere davvero di più: se vi sono piaciuti gli ultimi due album dei Nocturnal Rites, non c'è davvero motivo di ignorare “New World Messiah”.
Recensione a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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