Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2012
Durata:43 min.
Etichetta:Century Media Records

Tracklist

  1. OMEGA MORTIS
  2. GLOBAL FLATLINE
  3. THE ORIGIN OF DISEASE
  4. CORONARY RECONSTRUCTION
  5. FECAL FORGERY
  6. OF SCABS AND BOILS
  7. VERMICULAR, OBSCENE, OBESE
  8. EXPURGATION EUPHORIA
  9. FROM A TEPID WHIFF
  10. THE KALLINGER THEORY
  11. OUR FATHER, WHO ART OF FECES
  12. GRIME
  13. ENDSTILLE

Line up

  • Sven "Svencho" de Caluwé: Vocals
  • JB van de Wal: Bass
  • Eran Segal: Guitars
  • Ken Bedene: Drums
  • Michael Wilson: Guitars

Voto medio utenti

La prima cosa che mi è venuta in mente durante l’ascolto di “Global flatline”, settimo album in studi per la band belga, è stata che a Sven "Svencho" de Caluwé è passata definitivamente la sbronza modernista del periodo 2007-2008, periodo in cui gli Aborted fecero uscire i controversi “Slaughter and apparatus” e “Strychnine.213”.
Lavori questi che suscitarono forti perplessità in chi, come il sottoscritto, ha perso parte dell’udito consumando a ripetizione due album killer del death europeo quali sono “Goremageddon” e “Engineering the dead”.
La buona notizia infatti è che l’onda lunga del rinsavimento coincidente alla pubblicazione dell’EP “Coronary reconstruction” (N.d.r.: invito alla lettura della recensione scritta dal collega Coroner) ha toccato anche il qui presente dischetto ottico.
La prima cosa che un fruitore attento noterà, è che il sopracitato EP è stato letteralmente “fagocitato” da questo full-lenght (mancano solo “A cadaverous dissertation” e la cover di “Left hand path”) in maniera piuttosto evidente.
Se il giudizio si basasse solo sulla lettura della scaletta e ad essa associassimo un pensiero malevolo, potremmo dire che questo è un “Coronary…extended” e che gli Aborted ci hanno propinato una selva di filler.
Fortunatamente l’ascolto del cd ci viene in aiuto e i tredici brani ivi contenuti ci dicono tutto l’opposto.
Gli inediti hanno infatti una precisa identità, oscillando felicemente fra sonorità death e innesti grind, e si amalgamano molto bene con quelli già conosciuti, gli Aborted fondono con estrema perizia brutalità e groove senza cadere nella trappola (sempre presente quando si parla di death metal) dei passaggi a vuoto o, peggio, in comode riproposizioni degli stessi accordi per trequarti d’ora.
Indubbiamente l’innesto nella line-up degli ex Abigail Williams, Michael Wilson (chitarra nel 2011) e Ken Bedene (batteria nel 2010) ha dato un nuovo spirito alla macchina di morte belga rilanciandone prepotentemente le quotazioni all’interno della scena estrema europea.
Davvero una sorpresa, un felice ritorno che fa ben sperare in un 2012 all’insegna della brutalità e della violenza sonora.

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