Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2011
Durata:43 min.
Etichetta:Spinefarm Records

Tracklist

  1. LEAVE EVERYTHING BEHIND
  2. HUNGER
  3. 1.000.000 LIGHTYEARS
  4. AUTOMATIC
  5. MY TRANSITION
  6. AMARANTHINE
  7. RAIN
  8. CALL OUT MY NAME
  9. ENTER THE MAZE
  10. DIRECTOR'S CUT
  11. ACT OF DESPERATION
  12. SERENDIPITY

Line up

  • Olof Morck: guitars, keyboards
  • Morten Lowe Sorensen: drums
  • Jake E Berg: clean vocals
  • Elize Ryd: vocals
  • Andy Solvestrom: harsh vocals
  • Johan Andreassen: bass

Voto medio utenti

Total Package.


Non trovo definizione più adeguata per definire quello che rappresentano gli Amaranthe oggi, nel 2011. Sono il "total package", rappresentano tutto quello che un (buon) moderno gruppo metal dovrebbe/potrebbe essere ai nostri tempi.

Perchè? Perchè hanno potenzialmente tutto. Partendo da un moniker interessante, un bel logo, una copertina semplice ma con dei bei colori, una cantante donna strafiga con una gran bella voce che farà la felicità del pubblico maschile, un cantante coi rasta e lo sguardo profondo che farà la felicità del pubblico femminile e un cantante brutto e cattivo che farà la felicità del pubblico di discendenza vichinga. In più fanno anche della musica dannatamente interessante. Cosa si può chiedere di più?
A mio parere quasi nulla.
Gli Amaranthe sono il progetto costruito a tavolino meglio riuscito degli ultimi anni, secondo il mio modesto giudizio. Che siano costruiti a tavolino è tanto palese quanto inutile da spiegare, basta dare un'occhiata alle tremila collaborazioni di cui si sono "macchiati" negli anni i vari componenti delle band. Qualche nome? Dragonland, Nightrage, Mercenary, Panzerchrist, Dream Evil, Kamelot, Cipher System e almeno un'altra decina. Provenienze eterogenee, influenze e stili totalmente differenti che messi assieme possono creare o un disastro di dimensioni apocalittiche o la ricetta perfetta.
Ecco sul perfetto ovviamente non ci siamo ancora, ma nonostante le molteplici esperienze dei vari componenti è pur sempre un gruppo all’esordio che ha dovuto testarsi e che ha ancora molto tempo davanti. La strada intrapresa però è decisamente quella giusta, un briciolo in più di originalità attraverso la totalità del disco non guasterebbe, dato che le ultime 4 o 5 canzoni si assomigliano un po’ troppo.
Come dicevo la ricetta non è perfetta ma gli ingredienti sono ottimi: alternare 3 voci così differenti tra di loro è un’idea ottima, che potenzialmente offre spunti infiniti. Gli Amaranthe riescono a mettere in mostra buona parte di questi spunti, grazie alle innegabili qualità dei cantanti a disposizione, e la summa di questo lavoro è riscontrabile nella seconda traccia “Hunger”, canzone scelta non a caso anche come singolo apripista dell’album (e della quale possiamo apprezzare il cinematografico video in calce, oltre che le sopracitate..ehm..qualità di Elize).
Altro punto a favore degli Amaranthe è l’uso metodico e puntuale dell’elettronica, grazie all’esperienza che Olof Morck ha maturato nelle sue precedenti band, che ben si sposa con il drumming di Lowe Sorensen, apprezzatissimo dal sottoscritto anche nell’ultimo lavoro dei danesi Mercenary.
Tra le varie canzoni mi sento di citare in particolare “1.000.000 Lightyears” e “Automatic”, oltre alla già citata “Hunger”, sulle quali Morck ci regala anche un saggio delle sue abilità alla chitarra, oltre che alle tastiere. Citazione a parte merita invece la centrale “Amaranthine”, una ballad a tratti atipica (il growl in una power ballad?) che esalta ancora una volta di più la splendida voce angelica di Elize, ben accompagnata (aridaje) da Jake e dal già citato Andy, capaci di intessere melodie oniriche e di sicura atmosfera.
Per concludere, produzione eccellente che ben esalta i suoni ora frizzanti ora granitici della band, a cesellare quello che, ribadisco, è un lavoro di tutto rispetto.

Mi sento di consigliare almeno un ascolto un po’ a tutti: agli amanti del power, del gothic, dell’elettronica, del melodic death, ma anche a coloro che non hanno mai sopportato nessuno dei generi sopracitati, perché gli Amaranthe con la loro strategica commistione potrebbero riuscire a strapparvi un timido applauso.

Quoth the Raven, Nevermore..

Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 27 dic 2013 alle 23:28

dio santo sono il gruppo più vomitevole degli ultimi anni, battono pure trivium ed avenged sevenfold questi...

Inserito il 13 dic 2011 alle 21:59

Ehm si... certo... la posa....

Inserito il 13 dic 2011 alle 12:06

Madonna Elize Ryd. Specie in questa foto: http://hazzen.com/img/bands/amaranthe/photos/amaranthe_30.jpg Sarà la posizione?

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