Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2011
Durata:non disponibile
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. SIRENS
  2. DARK HORIZONS
  3. LOST
  4. SLAM DOWN THE HAMMER
  5. THE CROW
  6. WOLFPUP
  7. LET ME DIE
  8. REPTILES KISS
  9. RIDE THE BULLET
  10. WOLFONY

Line up

  • Mark Sweeney: vocals
  • Michael Voss: guitars
  • Paul Di’Anno: vocals
  • Tony Martin: vocals
  • Jeff Scott Soto: vocals
  • Rob Rock: vocals
  • Mark Boals: vocals
  • Tim Ripper Owens: vocals
  • Paul Shortino: vocals
  • Mark Fox: vocals
  • Michaela Schober: vocals
  • Jean-Marc Viller: vocals
  • Pearl and Molly Duncan: vocals
  • Tony Franklin: bass
  • Mat Sinner: bass
  • Matthias Rethmann: bass
  • Nils Middelhauve: bass
  • Neil Murray: bass
  • Barend Courbois: bass
  • Igor Gionola: guitars
  • Andy Midgeley: guitars
  • Ira Black: guitars
  • Torsten Koehne: guitars
  • Doc Heyne: guitars
  • Tommy Denander: guitars
  • Nadja Kossinskaja: guitars
  • Freddy Scherer: guitars
  • Olaf Lenk: guitars
  • George Solonos: guitars
  • Alessandro Delvecchio: keys
  • Ferdy Doernberg: keys
  • Gereon Homann: drums

Voto medio utenti

Disco di debutto per un all-star project capitanato da Mark Sweeney (Crystal Ball) e Michael Voss (Mad Max, Casanova). Come potete leggere qui a fianco, la lista di guest star è monumentale e carica di nomi di grande spessore. Tuttavia, come spesso accade per progetti di questo tipo, non sempre il songwriting è in grado di supportare cotanta abbondanza di talento.

Dentro questo album, dunque, power metal e classic metal si fondono perfettamente, in un susseguirsi di canzoni dove è purtroppo spesso più divertente cimentarsi nel riconoscimento degli ospiti piuttosto che concentrarsi effettivamente sui pezzi. Veramente efficaci, alla fine dei conti, risultano la possente opener Sirens, la veloce Slam Down The Hammer e la classicissima Ride The Bullet, oltre alla suite finale Wolfony. Manco a dirlo, infine, le prestazioni vocali e strumentali sono grandiose, con una menzione particolare per il lavoro alle chitarre soliste.

Un disco destinato ad essere dimenticato abbastanza in fretta per quanto mi riguarda, che rappresenta una sorta di fratellino minore degli Avantasia, ancora bisognoso di crescere e trovare la propria strada. Comunque, assolutamente degno di un ascolto e in grado di piacere a molti: prima di pensare a un eventuale acquisto, però, andate a dargli un occhio.
Recensione a cura di Alessandro Quero

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