Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2003
Durata:41 min.
Etichetta:Holy Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE CONFUSION
  2. INCUBATION (JANUARY)
  3. THE OLD MIRROR (DEMBER)
  4. THE NAMELESS BOYS (FEBRUARY)
  5. WITNESS TO 3X3X3 (MARCH)
  6. THE FATHER'S GUN (APRIL)
  7. VERTIGO (MAY)
  8. THE COCOON SPHERE (JUNE)
  9. THE BIOLOGICAL CLOCK (JULY)

Line up

  • Fabrice Loez: vocals, guitars
  • Ludovic Loez: vocals, guitars
  • Frederic Fievez: bass
  • Thierry Berger: drums

Voto medio utenti

La Holy Records ultimamente si sta riproponendo sul mercato con diverse uscite, non tutte di buon livello, ma alcune, come questo 'Incubation', sicuramente si ergono sopra la media. I Supuration (alias Spherical Unit Provided o S.U.P.) sanno ancora colpire nel segno (è dal 1990 che questi ragazzi francesi sono sulle scene, attualmente con circa una quattordicina di uscite discografiche sulle spalle), sfornando un dischetto convincente, ben prodotto e con un buon songwriting di fondo, non originalissimo ma forse fortunato come periodo storico... mi spiego: oramai non sono molte le bands che sono rimaste radicate su un certo sound Death/Goth old style, come potevano essere i Samael di 'Ceremony Of The Opposites' o gli Edge Of Sanity del periodo di 'Unorthodox' o di ‘Purgatory Afterglow', con la conseguenza che questo platter potrebbe trovare più consensi positivi di quanto ci si possa immaginare. E' ovvio che per una band che è dal 1990 che suona e che produce albums il discorso non è così minimalista, in quanto questi Supuration ci mettono sicuramente del loro, infarcendo quella tipologia di suono con ispirazioni pinkfloydiane (comunque sempre ben mascherate), passaggi pestati e guitar riffing inquadrabili nel classico mood Death floridiano, ruggiti Doom a ricordo dei primi Cathedral, ed innesti di voci pulite, sia in perfetto stile apocaliptic cyber, che in ottimo tono Dark (onestamente usato col contagocce, ma degno di essere menzionato). Una bella sorpresa da una band, che forse, non ha mai avuto il successo meritato, almeno fuori dai propri domini territoriali.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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