Copertina 7

Info

Anno di uscita:2002
Durata:48 min.
Etichetta:Ulftone
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. I CAN FEEL IT
  2. MOTHER
  3. TEARS
  4. DIDN'T UNDERSTAND
  5. FOREVER
  6. NEED A FREE MIND
  7. AMERICA
  8. RELIGION NEEDS NO WINNER
  9. DARLING
  10. DO YOU DARE
  11. EASY TALKIN' HARDLINE

Line up

  • Lenny Wolf: vocals
  • Oliver Kiessner: guitars
  • Mirko Michalzik: guitars
  • Mark Smith: bass
  • Mark Cross: drums
  • Björn Tiemann: keyboards

Voto medio utenti

Ricordate i Kingdom Come di Lenny Wolf ed i loro album così devoti ai Led Zeppelin?
Ok, Lenny continua a portare avanti l'ormai storica band tra le tante difficoltà derivanti non solo da un'attenzione generale che, a seguito dei primi fortunati album (l'omonimo, "In Your Face", "Hands Of Time") partoriti negli eighties, è andata progressivamente sempre più scemando, ma anche da tutto ciò che ne può derivare: una certa instabilità della line-up culminata anche in un momentaneo scioglimento, la difficoltà a mettersi in luce al cospetto delle etichette discografiche ed, alla base, un certo songwriting che in tale ottica necessita di una rivitalizzazione.
Ecco perchè con questo nuovo "Independent" i Kingdom Come cercano anch'essi di allinearsi al suono più odierno, sporco, cupo, anche in piccola parte elettronico.
Eccoci, allora, al basso distorto ed all'atmosfera allucinata di "I Can Feel It", alle chitarre "marylinmansoniane" ed ai campionamenti ritmici di "Mother", al cupo muro sonoro di "Don't Understand".......
In particolre i campionamenti fanno la comparsa solo nei primissimi brani in scaletta, per poi scomparire a partire dalla ballata "Forever".
E' un orientamento riuscito tutto sommato a metà (o forse proprio voluto così), visto che a risentirne ne risulta essenzialmente il sound, ma compositivamente i brani ne restano quasi del tutto intoccati.
Ecco perchè ciò che ne risulta sono composizioni come al solito devote largamente ai Led Zeppelin, ma riviste in chiave odierna.
Di sicuro "Independent" potrebbe non riuscire a valicare un certo bacino d'ascolto e non escludo che una parte degli estimatori più accaniti, nostalgici ed intransigenti potrebbe storcere il naso sentendo certi inserti inediti (per la band) nel suono.....ma chissà che non possiate anche voi magari apprezzarne il risultato finale grazie ad ascolti essenzialmente liberi dalla memoria legata al passato (prettamente sonoro e qualitativo) della band, così come è accaduto al sottoscritto.
Con le ultime due tracce l'album potrebbe suscitare una certa stanchezza e comprometterne l'attenzione, ma tutto sommato ciò è superfluo rispetto al resto della scaletta e non impedisce di evidenziarne il buon risultato complessivo.
Recensione a cura di Fulvio Bordi

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