Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2011
Durata:61 min.
Etichetta:Osmose Productions

Tracklist

  1. HEAVEN OUTSIDE, HELL WITHIN
  2. I AM THE ABSENCE
  3. CORRIDORS
  4. UNDER PALE CITY LIGHTS
  5. UNNATURAL ISOLATION
  6. A CLANDESTINE FREEDOM BETWEEN SHADOES
  7. THE END OF EVERYTHINGS

Line up

  • Lorenzo Sassi: vocals
  • Claudio Alcara: guitar
  • Davide Gorrini: bass
  • Gionata Potenti: drums

Voto medio utenti

Ho sempre seguito ed ammirato i Frostmoon Eclipse, oltre che una delle più longeve, sicuramente la formazione black metal italiana più interessante e originale. Tanto che, a dirla tutta, il termine black metal sta parecchio stretto agli spezzini, in quanto nella loro musica sono sempre convogliate le influenze più disparate, inserite con un’intelligenza ed un gusto che è proprio solo dei grandi, e sempre senza snaturare il proprio sound di partenza, il black, appunto. Ed un grande è, infatti, Claudio Alcara, da sempre mente del gruppo, che con i suoi riff avvolgenti traghetta l’ascoltatore in lugubri atmosfere degne dei più blasonati act scandinavi. Se a questo aggiungiamo una caparbietà e una professionalità notevoli, è facile capire come, dal ‘98 ad oggi, i nostri siano riusciti a costruirsi un nome ed un seguito nell’affollatissimo panorama musicale nostrano, riuscendo, peraltro, ad essere rispettati sia dai fans che dalle altre band stesse, motivo in più di orgoglio, direi… Caparbietà che li ha portati, finalmente, a firmare un contratto degno del loro nome, con la Osmose Production, per l’esattezza, e il primo lavoro licenziato dall’etichetta francese è proprio questo “The end stands silent”, decisamente l’album della maturità per i nostri. Nel disco sono convogliati tutti gli aspetti dello stile dei Frostmoon Eclipse. Se da un lato, infatti, non mancano le classiche sfuriate black, dall’altro sono state ulteriormente affinate le parti più acustiche ed intimiste, e in questo sicuramente un’influenza notevole ha avuto il lavoro svolto da Alcara coi suoi Stroszek, il tutto mescolato con sapienza estrema, tanto che in più di un’occasione mi sono venuti in mente i primi Opeth, e vi assicuro che il paragone non è poi così esagerato. Le composizioni sono lunghe, articolate, ricche di spunti ed atmosfere, ma mai noiose, altro segno di capacità dei nostri, che riescono a tenere l’ascoltatore col fiato sospeso anche con brani che superano senza problemi i dieci minuti (il disco dura un’oretta ma i pezzi sono solo sette, fatevi due conti…), riuscendo a rendere fruibili anche le parti più complesse. Se proprio vogliamo andare a cercare il classico pelo nell’uovo, direi che la produzione non è proprio esattamente al top, anche se tutto sommato riesce a valorizzare al meglio sia la voce graffiante di Lorenzo Sassi, sia il basso pulsante di Davide Gorrini, che riesce, compito abbastanza arduo, a non far rimpiangere il grande Gherardo Giannarelli. Forse unico strumento leggermente penalizzato, a livello di suono, risulta essere proprio la batteria di Gionata Potenti, nelle parti più furiose, sicuramente più martellante e presente nei lavori precedenti. Difficile trovare un brano più valido degli altri, anche se forse devo dire che la doppietta “I am the absence”/“Corridors”, e la conclusiva “The end of everything”, hanno quel quid in più che ti colpisce al primo ascolto. Come dicevo in apertura l’elemento vincente, questa volta, è proprio la chitarra acustica di Claudio, ben presente fin dalla opener “Heaven outside, Hell within”, che rende il tutto più completo e maturo, e dimostra, tra l’altro, che i nostri non hanno assolutamente paura di allontanarsi dai binari più strettamente black, a differenza di tanti altri gruppi, visto che ormai, dopo più di quindici anni di carriera non devono certo dimostrare nulla ai seguaci della scena nera. E aggiungo… Se parlo dei Frostmoon Eclipse non ho bisogno di termini di paragone per far capire, a chi legge, cosa propongono i nostri. Hanno un loro sound, maturato in tanti anni, e ora le influenze primordiali sono solo un lontano ricordo, in quanto i nostri, semmai, possono adesso essere considerati dei punti di riferimento per le nuove leve, e non penso che si possa dire di molti, qui in Italia, una cosa del genere. Umili, originali, caparbi, questi sono i Frostmoon Eclipse. Supportateli!
Recensione a cura di Roberto Alfieri

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.