Copertina 7,5

Info

Past
Anno di uscita:2002
Durata:17 min.
Etichetta:Relapse Records

Tracklist

  1. CONFLUENT MACULAR DRUG ERUPTION
  2. VULVA FERMENTATION
  3. COMPLETE RECTAL PROLAPSE
  4. TESTICULAR TRAUMA
  5. CLOUDY GRAYISH VOMITUS
  6. FLESHMANGLER
  7. BULGING VAGINAL SEPTUM
  8. BLEEDING PEPTIC ULCER
  9. DERANGED MENARCHE INJECTION
  10. DRASTICAL DECAPITATION
  11. EMETHIC JIZZ TREATMENT
  12. DESTINED TO BURN
  13. HATEFILLED VENGEANCE
  14. 666 CASUALTIES
  15. DEATHLIKE INCEST
  16. CHOKE THAT PIGGY
  17. DEVASTATION AND NUCLEAR APOCALYPSE
  18. DISCIPLES OF OBLITERATION

Line up

  • Rikard Jansson - Vocals
  • Urban Skytt - Guitar & bass
  • Jocke Pettersson - Drums

Voto medio utenti

Fermate le vostre grida d’esultanza! Questo non è il nuovo album degli swedish goremaster Regurgitate!!! Ecco. Ci siete? Ok, andiamo avanti.
Dicevo che il disco in questione non è altro che la versione in digitale del 12’’ omonimo il quale contiene le prime 10 tracce estratte dal loro primo full lenght “Effortless Regurgitation Of Bright Red Blood” e ri-registrate per l’occasione, mentre le restanti 8 sono nuove di zecca. Aiutati in fase di registrazione e di mastering da Miezko Talarczyc dei Nasum (pure cult!) e da Scott Hull dei Pig Destroyer, i nostri danno vita al solito massacro grindgore marcio e assolutamente sconcio. La differenza principale sta che le prime dieci tracce sono meno intense, risentendo forse del peso degli anni (le composizioni risalgono al ’94). In effetti le reminiscenze dei Carcass di Jeff Walker e Bill Steer sono lampanti, anche per via di un approccio e di un suono che oserei definire rock-oriented pur se assolutamente distruttivo. Le restanti otto tracce invece rimandano al capolavoro della band ovvero “Carnivorous Erection” (ve la ricordate la magnifica copertina?) con il loro groove assassino ed un’intensità assolutamente da cardiopalma, con un uso più massiccio ed efficace dello screaming che si completa a meraviglia col classico gorgoglìo brutale ed inintelligibile. In “666 Casualties” si permettono pure di rallentare e cadenzare la musica, sarà perché forse dura la straordinaria lunghezza di 2min. e 23 sec. Un vero record se pensate che le 18 tracce in totale durano 17 minuti…
La cover è ancora molto sick ma ha perso l’irriverenza della precedente, anche perché non è più opera del genio di Wes Benscoter. In definitiva un succulento antipasto in vista del prossimo full lenght. Maniaci, assassini e depravati fatevi sotto.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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