Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2010
Durata:41 min.
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. DEATH MACHINE
  2. DUNGEON DESCENDANTS
  3. PRAY FOR PAIN
  4. RAZOR IN YOUR BACK
  5. DEMENTED PRISONERS
  6. POWER AND DOMINATION
  7. HELLFIRE
  8. SKULL BREAKER
  9. SLAUGHTERED IN VAIN

Line up

  • Kenny "Metal Mouth" Winter: vocals
  • John Ricci: guitar
  • Rob "Clammy" Cohen: bass
  • Rik Charron: drums

Voto medio utenti

Devo ammettere di essere sempre stato un po’ di parte per quanto riguarda gli Exciter, in quanto amo a dismisura i loro primi album. C’era quindi particolare interesse da parte mia rispetto alla loro nuova fatica “Death machine”, per verificare lo stato di salute della band. Beh, devo dire di aver ritrovato un gruppo che non se la passa poi così male, anche se ormai i fasti del passato sono quasi solo un ricordo. Con gli Exciter vai sul sicuro, sai che non ti tradiranno mai, che continueranno imperterriti a proporre il loro speed/thrash senza importarsene minimamente delle mode e dei cambiamenti che di volta in volta “evolvono” la nostra amata musica. Loro sono degli irriducibili, lo zoccolo duro del metal, e anche questa volta hanno voluto dimostrarlo, con un album granitico, monolitico, che non lascia minimamente spazio alle innovazioni, e che ti martella incessantemente dalla prima all’ultima nota. Ed è esattamente questo che i loro fans vogliono, ci si dovrebbe stupire del contrario… Dov’è, quindi, se c’è, il problema? Secondo me risiede nel fatto che l’arma con cui giocano gli Exciter è a doppio taglio. Se da un lato, infatti, dimostrano una coerenza e un attaccamento al genere paragonabile a pochi altri gruppi, dall’altra questa eccessiva monoliticità delle canzoni, di cui parlavo poco fa, rischia di rendere l’album un tantino difficile da mandare giù. Io non sto assolutamente contestando la scelta stilistica, sia chiaro, quanto il fatto che anche all’interno di questa si possano inserire delle variazioni che rendano meno monotono l’ascolto. Ok voler suonare speed/thrash fino alla morte, ma l’inserimento di un paio di riff in più a brano o di qualche cambio di tempo in più a pezzo penso che avrebbe giovato decisamente all’ascolto. In tutto questo di certo non aiuta la voce di Kenny Winter, neanche lontanamente paragonabile al timbro storico di Dan Beehler, ma neanche a quello decisamente più incisivo di Jacques Bélanger, suo immediato predecessore, decisamente più coinvolgente e meno monotono del corpulento “Metal Mouth”. Tutto ciò comporta la necessità di ascoltare almeno un paio di volte l’album prima di riuscire ad entrarci in sintonia, proprio perché manca quel refrain particolare che spicca sugli altri, o quell’intermezzo che riesce a discostarsi in maniera evidente dal resto, nonostante siano presenti comunque dei brani più immediati di altri, come “Hellfire”, “Razor in your back” o la stessa titletrack. Niente da eccepire dal punto di vista esecutivo, John Ricci macina riff a profusione come sempre, ottimamente sorretto da quella macchina motrice che risponde al nome di Rik Charron, perennemente, o quasi, al lavoro con la doppia cassa. Ottima la chiusura affidata a “Skull breaker”, degno sigillo di un album dalla doppia faccia (anche se in realtà è una ghost song, che altro non è che un lungo assolo di Ricci a chiudere il disco, tutto sommato abbastanza evitabile). Molto da ridire, invece, sulla produzione, quasi a livello amatoriale e non assolutamente all’altezza del nome della band, con chitarre spesso impastate e quasi fastidiose. Concludendo, non delude, ma non fa neanche gridare al miracolo questo “Death machine”, che ci consegna gli Exciter sicuramente fieri di se stessi, sicuramente affiatati e compatti, ma anche non proprio al top delle proprie prestazioni. Un disco di passaggio, quindi, che fa ben sperare per il futuro ancora roseo di questo gruppo seminale. Se poi decidessero anche di cambiare di nuovo il singer mi farebbero un favore personale, ma questa è un’altra storia…
Recensione a cura di Roberto Alfieri
Mi ci arrapo

come il precedente tutt'altro che un capolavoro... ma da ascoltare e fare un po di mosh o headbanging è il meglio che cè in giro... figo figo.

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