Copertina 5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2003
Durata:45 min.
Etichetta:Xtreemmusic

Tracklist

  1. INTRO
  2. RESTLESS LIFE
  3. FLY
  4. ADMISSION FREE
  5. THE PLAY
  6. ZWISCHENPIEL
  7. THE LIE
  8. INTO THE NIGHT
  9. LIVING YOU
  10. NERVOUS BREAKDOWN
  11. OUTRO

Line up

  • Steffen: vocals
  • Thorsten: guitars
  • Patrick: guitars
  • Erik: bass
  • Matze: drums

Voto medio utenti

I Misanthropic sono una band tedesca, qui al debut sulla lunga distanza, che può vantare dietro le pelli Matze degli Agathodaimon. La band è dedita ad un death metal raramente brutale, raramente violento e molto sovradotato per quanto riguarda melodie e arrangiamenti farraginosi e prolissi. Qualcuno dimentica che il death metal è la morte fatta musica, è marciume, violenza e voglia di uccidere. Tutte caratteristiche assenti in questo disco. Se poi vogliamo uscire fuori da queste questioni allora possiamo anche dire che la musica dei Misanthropic qualche buono spunto ce l'ha, se non altro il growling di Steffen è apprezzabile e anche la prova strumentale non è da meno, quel che manca è la vena compositiva, con un riffing che ha sì un sapore molto "devilish" ma anche molto ridondante e ripetitivo. Quando poi la band dice di ispirarsi a leggende quali Morgoth e Demigod io mi faccio una bella risata sotto il paio di baffi, se mi consentite sono ben altre le bands che meritano l'appellativo di leggenda. Il disco è diviso a metà da una song, "Zwischenpiel", che consiste in una partitura di chitarra acustica che insieme all'intro e all'outro riduce a sole 8 le "vere" songs sul disco. Otto tracce nelle quali la band si dilunga troppo e alcune delle quali, come "The Play" e "The Lie", veramente troppo lunghe e prolisse essendo attorno ai 7 minuti, nei quali succede davvero poco degno di nota. Se poi ci aggiungete che quasi mai la band regala impatto e riesce solo a cadenzare all'infinito la propria musica il gioco è fatto. Chi è fanatico di bands quali Amon Amarth e di certo death melodico troverà persino interessante questa proposta che nel sottoscritto ha invece lasciato ben pochi ricordi, e di questi pochi ancora meno sono quelli piacevoli. Decisamente trascurabili.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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