Dopo il debutto, del 2008, “The Cult Of Vermin”, tornano i polacchi Saratan.
Il nuovo “Antireligion” segna una netta evoluzione nel sound della band, la quale abbandona gli stilemi classici del thrash metal di chiara matrice ottantiana per avvicinarsi ad un sound più moderno, sempre, però, dannatamente e fottutamente thrash metal, sebbene con una componente core molto accentuata.
Il risultato è costituito da nove tracce registrate nel nome del “loud and proud”, veloci, compatte, violente, che sanno far male l’ascoltatore.
È facile trovare, in canzoni come l’opener “Extinguishing The Hope” le classiche sfuriate thrash metal a rotta di collo, ma la band non manca di spessore nel proprio sound, ad esempio la prima parte della title-track è metal massiccio, spesso, compatto, che si giova di rallentamenti per esaltare le successive cavalcate inframmezzate da ottimi assoli.
I Saratan picchiano, picchiano molto duro, avendo imparato la lezione degli Slayer, e sono aiutati in questo da un’ottima produzione e dal suddetto approccio hardcore, soprattutto nelle vocals del singer Jarek Niemiec.
L’attacco di “Destroy Yourself” non farà prigionieri tra quanti si proveranno a misurarsi con esso.
È chiaro che i Saratan non inventano nulla, sebbene nella parte seconda della title-track, così come sul debut, ripropongono atmosfere orientaleggianti. Tuttavia la convinzione e la genuina voglia di spaccare culi della loro musica fa di questo “Antireligion” un disco davvero godibile e adatto tanto all’headbanging sfrenato quanto ad una corsa in macchina (allacciate le cinture)!