Copertina 5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2010
Durata:non disponibile
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. ANYWHERE BUT HOME
  2. TONIGHT
  3. NEVER LIKE YOU
  4. WAIT FOR ME
  5. NEED
  6. RELEASE MY DEMONS
  7. ON THE SIDE OF EVIL
  8. MI KIN MY ENEMY
  9. USED TO BE AN ANGEL
  10. WE ARE HORDE
  11. DEAR DIARY

Line up

  • Ana Mladinovici: vocals
  • Bogdan Costea: guitars
  • Sorin Vlad: bass
  • 6Fingers: keys
  • Hertz: drums

Voto medio utenti

No, non ci siamo. I Magica sono al quinto album da studio, il che dovrebbe significare tante cose, quantomeno in termini di personalità e riconoscibilità dello stile. Invece ci troviamo di fronte a canzoni trite e ritrite, dove il gran lavoro in fase di riffing viene completamente vanificato da una voce a tratti irritante e da un songwriting troppo superficiale.

Il mio gusto personale, è vero, mi porta molto lontano da questa “nuova” moda di affidare il microfono a donzelle dalla voce lirica o pseudo tale. Tuttavia, non sono così ottuso da non riconoscere grandi meriti a chi questo stile l’ha inventato oppure a chi riesce ad interpretarlo al meglio (come ad esempio i Six Magics, recensiti qualche settimana fa). In Dark Diary, invece, la band rumena non riesce mai a tenere viva l’attenzione e la singer si macchia a mio parere di una prestazione davvero incolore, che non fa altro che portare verso il baratro tutta la band ed appesantire le canzoni. Eppure si sente che i Magica potrebbero essere davvero una bella realtà della scena metal. Un po’ come è capitato a molti di sentirsi dire ai tempi della scuola: “è bravo, intelligente, ma non si applica, potrebbe dare molto di più”.
L’unico pregio che riconosco a questo disco, oltre ai possenti ed efficaci riff che introducono la gran parte dei pezzi, è che non rallenta mai, resistendo alla tentazione di arruffianarsi schiere di pubblico più vicine al gothic e mantenendo i piedi ben saldi nello stile power. La band sa quindi bene quello che vuole: il problema è che forse proprio a causa di questo non riesce a cucirsi addosso un proprio sound, rimanendo a veleggiare in un limbo di mediocrità.

Come dicevo all’inizio, dopo cinque dischi, soprattutto in un contesto di mercato come quello attuale, sarebbe il caso di sfornare qualcosa di ben altro spessore. Fossero stati al debutto, sarebbe stata una piena sufficienza, ma viste le circostanze per me questo lavoro va bocciato. Riservato solo ai fan più accaniti del genere. A mio parere è un disco che estremamente noioso, ma non è detto che a qualcuno non possa piacere.
Recensione a cura di Alessandro Quero

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