Exodus - Exhibit B: The Human Condition

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2010
Durata:74 min.
Etichetta:Nuclear Blast Records

Tracklist

  1. THE BALLAD OF LEONARD AND CHARLES
  2. BEYOND THE PALE
  3. HAMMER AND LIFE
  4. CLASS DISMISSED (A HATE PRIMER)
  5. DOWNFALL
  6. MARCH OF THE SYCOOHANTS
  7. NANKING
  8. BURN, HOLLYWOOD, BURN
  9. DEMOCIDE
  10. THE SUN IS MY DESTROYER
  11. A PERPETUAL STATE OF INDIFFERENCE
  12. GOOD RIDDANCE

Line up

  • Rob Dukes: vocals
  • Gary Holt: guitar
  • Lee Altus: guitar
  • Jack Gibson: bass
  • Tom Hunting: drums

Voto medio utenti

Gli Exodus sono tornati, e già questa è una bella notizia per tutti gli amanti del Metal in generale. L'altra bella notizia è che sono sempre qui a suonare del Thrash Metal robusto e intricato come da tradizione, eseguito ovviamente con la qualità che li contraddistingue da sempre. Dire che gli Exodus del 2010 sono gli stessi del 1985 corrisponde ad un'eresia in piena regola, ed ecco come si potrebbe spiegare il fatto che la loro musica si è evoluta nel corso degli anni verso un qualcosa di più sofisticato e complesso, e questo è un fattore che si riscontra nella durata generale dei loro ultimi album, elemento che trova una concretezza totale in Exhibit B: The Human Condition, con i suoi 74 minuti di riff trita ossa. Come da copione la band si fa trovare in tutta la sua pesantezza, con quei riff pieni zeppi di groove ma pure di melodia e raffinati tecnicismi, sempre e comunque al servizio di una causa che rifiuta inutili orpelli virtuosistici, buoni soltanto per fare vedere al prossimo quanto si è bravi a suonare, tralasciando invece la vera anima distruttiva che dovrebbe caratterizzare ogni album Thrash Metal che si rispetti. Le differenze stilistiche rispetto al cd precedente non sono poi molte, forse gli Exodus hanno deciso di donare maggiore fluidità ai brani rifacendosi ad uno stile più classico e istintivo, ma queste sono considerazioni che si basano esclusivamente su delle sensazioni momentanee, il loro stile è presente al 100% e non credo che inizi a mutare proprio ora. Alcuni titoli di riferimento possono essere Beyond The Pale, Class Dismissed (A Hate Primer), Democide e la traccia d'apertura The Ballad Of Leonard And Chalres, senza escludere tutto il resto ovviamente. La nota positiva in tutto questo sta nel fatto che la loro musica ancora oggi pulsa di vibrazioni vitali che fanno smuovere, per non parlare di un'ispirazione che si attesta sempre su livelli più che discreti, e fa piacere constatare anche il buon stato di salute creativo di Gary Holt, come di un Rob Dukes ormai perfettamente integrato nel suo ruolo di frontman. Inutile aggiungere altro perchè quelli che li hanno sempre seguiti con ammirazione e dedizione continueranno a farlo, per tutti gli atri, pazienza.
Recensione a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 27 giu 2010 alle 16:24

buh, non mi convince appieno... cioè, sto pensando, se invece di iperpompare e comprimere le chitarre si producessero in modo piu naturale sarebbe davvero un bell album, la voce di dukes invece è quella che è. bella hammer and life.

Inserito il 24 mag 2010 alle 11:48

Dal ritorno con "tempo of the damned", per me rappresentano album dopo anno una gustosissima conferma. Grandi!

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