Copertina 9

Info

Past
Genere:Death Metal
Anno di uscita:1992
Durata:53 min.
Etichetta:Earache

Tracklist

  1. THE IVTH CRUSADE
  2. ICON
  3. EMBERS
  4. WHERE NEXT TO CONQUER
  5. AS THE WORLD BURNS
  6. THIS TIME IT'S WAR
  7. RITUAL
  8. SPEARHEAD
  9. CELESTIAL SANCTUARY
  10. DYING CREED
  11. THROUGH THE AGES

Line up

  • Karl Willets: vocals
  • Jo Bench : bass
  • Gavin Ward: guitar
  • Barry Thomson: guitar
  • Andy Whale: drums

Voto medio utenti

Fare meglio di "War Master" era oggettivamente una bella sfida, e i Bolt Thrower al fine di raggiungere questo scopo si trovano dinanzi a un bivio: scegliere la strada più sicura e facile, cioè continuare a spingere all’estremo ciò che caratterizzava il disco precedente, oppure osare e scegliere una strada meno battuta e più rischiosa, che verte (quasi) nella direzione opposta.
Già dalla copertina qualcosa è cambiato, non è più un disegno legato a Warhammer 40.000 o uno di guerra a tinte fantasy, ma è un quadro del 1840 Eugène Delacroix, dal titolo “Entry of the Crusaders into Constantinople”. Quadro che si allaccia perfettamente al titolo, “The IVth Crusade”: ora, non so dirvi se è nato prima l’uovo o la gallina, se è stata prima scelta la copertina o il titolo, ma fattostà che è proprio la quarta crociata ad essere ricordata per il saccheggio e la distruzione di Costantinopoli. Probabilmente alla Earache piacciono queste cose, i Morbid Angel, proprio l’anno prima, fecero una cosa molto simile con la copertina di “Blessed Are The Sick”, con un altro pittore francese del diciannovesimo secolo. Non vorrei sbagliarmi, ma fino a questo momento, prettamente nel Death Metal, sono stati gli unici due casi, nonché i più famosi.

Immagine

Dicevo, sul finire del 1992 viene pubblicato sotto le ali della Earache Records, al suo massimo splendore, il disco cardine della discografia dei Bolt Thrower. Con “The IVth Crusade”, appunto, i Bolt Thrower hanno deciso di intraprendere quella strada più rischiosa e, fino a quel momento, meno battuta di cui parlavo qualche riga fa.

Strada che prevede effettivamente un cambio molto importante nel modus operandi del Bolt Thrower, le canzoni vengono rallentate e imbottite di melodia. Gli aggettivi rallentate e melodiche, relativi alle canzoni di questo disco, si traducono in “epiche, cadenzate e maestose, quasi imperiali”, non in “pallose e melense”.
Whale e Bench costituiscono le colonne portanti di questo nuovo stile: colonne con il preciso scopo di “reggere” le intricate trame chitarristiche di Ward e Thomson, nel quale non c’è quasi più nulla di istintivo e “di pancia”, ogni singola nota è pesata e ragionata. Non sono più ammissibili gli assoli schizofrenici e atonali a-là Kerry King per intenderci. Riff energici, monolitici e talvolta ipnotici sono i veri padroni di questo disco, mai banali e mai scontati, ma che non faticano a rimanere in testa. Canzoni come la title-track in apertura, “Where Next To Conquer” e “This Time It’s War” sono i perfetti esempi di questo fortunato cambio di rotta dei Bolt Thrower.
Anche il modo con in cui canta Willets è più simile ad un parlare/urlare che non a un growl vero e proprio, ogni parola dei testi è ben comprensibile e chiara.
The IVth Crusade” gode anche di un suono e di una produzione incredibilmente ottima e cristallina, veramente perfetta per esaltare ogni elemento di questo disco, tutta colpa di un certo Colin Richardson, un ultimo arrivato, uno scappato di casa insomma…

La conclusiva "Through the Ages" è in pratica un elenco delle guerre più importanti della storia dell'uomo, dalla conquista dell'impero romano fino alla guerra delle Falklands, che allora "festeggiavano" i 10 anni dalla sua conclusione.

In conclusione, i Bolt Thrower nel 1992 hanno capito che strada percorrere, e hanno capito che è direzione giusta.

Recensione a cura di Carlo Masoni

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