Copertina 6

Info

Genere:Guitar Hero
Anno di uscita:2010
Durata:41 min.
Etichetta:Escape Records
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. MY VALENTINE
  2. THE DEVIL'S WINE
  3. DRAMA QUEEN
  4. SKYSCRAPER
  5. SUN DANCE
  6. BITCH IS BACK
  7. THE THORNS
  8. INVASION
  9. ALL I WANNA DO (IS YOU)
  10. ABDUCTION
  11. CRAZY LORRAINE

Line up

  • Erik Jayce Landberg: guitars, piano
  • Göran Edman: vocals
  • Jens Bock: drums
  • Chistian Pettersson: bass
  • John Levèn: bass
  • Mark Boals: vocals

Voto medio utenti

Dopo l'uscita di "Break The Spell" nel 2008, il chitarrista svedese Erik Jayce Landberg, si ripresenta con un nuovo lavoro dal titolo "Good Sleepless Night". Accompagnato anche in questa occasione dal fido Goran Edman, singer che vanta collaborazioni con musicisti del calibro di Malmsteen e John Norum, il virtuoso Erik abbandona le tematiche barocche per imprimere una matrice decisamente hard rock e decise pennellate heavy.
L'opener "Valentine" dai suoni cupi e taglienti in chiave anni '70, offre già una cascata di suoni corposi e cambi ritmici d'effetto, come la seguente "The Devil's Wine", brano molto orecchiabile e ficcante. "Drama Queen" ha nel ritmo infernale la sua qualità predominante, ottimo solo centrale che esalta le qualità del guitar hero scandinavo. "Skyscraper" stabilizza i toni su livelli fin troppo ariosi, cadendo a sprazzi in banali melodie già sentite, sensazione ribadita anche durante l'ascolto di "Sun Dance" che troppo strizza l'occhio al maestro Satriani. "The Thorns" esalta le qualità vocali di Goran Edman, ottimi e delicati arrangiamenti e atmosfere d'effetto rappresentano gli ingredienti principali in grado di offrire il momento clou dell'intero cd. Con "Invasion", la parte vocale viene affidata al versatile Mark Boals (Malmsteen, Royal Hunt), inevitabile il raffronto con il grande R.J.Dio, pezzo tirato e convincente. "Abduction", in puro stile Van Halen, vede la comparsa del bassista degli Europe John Leven, pezzo strumentale in cui la tecnica d'esecuzione si manifesta in maniera inequivocabile. Chiude l'album la schematica "Crazy Lorraine", suoni e melodie piuttosto scontate in cui manca la giusta dinamicità, cadenze piuttosto evanescenti e pochezza di idee.
Nel complesso l'intero album, pur mostrando una flebile componente di originalità, può essere apprezzato per il tentativo, non sempre vanificato, di incidere per l'aspetto tecnico, componente quest'ultima sempre ben evidenziata. Le tracce che lasciano il segno non abbondano, ma rimane nell'insieme la buona musicalità di un musicista, che riuscirà nel prossimo futuro, di fornire prodotti qualitativamente più ricchi di personalità e ispirazione.
Recensione a cura di Carmelo 'Lino’64' Nazzaro

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