Code - Resplendent Grotesque

Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2009
Durata:34 min.
Etichetta:Tabu Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. SMOTHER THE CRONES
  2. IN THE PRIVACY OF YOUR OWN BONES
  3. THE RATTLE OF BLACK TEETH
  4. POSSESSION IS THE MEDICINE
  5. JESUS FEVER
  6. I HOLD YOUR LIGHT
  7. A SUTRA OF WOUNDS
  8. THE ASCENDENT GROTESQUE

Line up

  • Kvohst: vocals
  • Aort: guitar
  • Viper: bass
  • Andras: guitar
  • Vooren: drums

Voto medio utenti

Sulla loro biografia c'è scritto Black Metal, nella realtà dei fatti è un genere che questi Code sfiorano di striscio se non in alcuni rarissimi momenti di tensione. E' più corretto parlare di Avanguardia, di sperimentazione ed evoluzione che li porta spesso ad esulare anche dal minimo concetto di Heavy Metal, come nella bella e misticheggiante The Rattle Of Black Teeth. Presi sotto le ali protettrici della Tabu Recordings riescono a sfruttare bene l'occasione di poter arrivare ad una fetta di pubblico più ampia, sperando che siano pronti ad accoglierli con la mente aperte (e mani al portafoglio). La loro sicura originalità è però di non facile digeribilità, pur mettendo al mondo un disco dalla durata abbastanza concisa, ma ricco di spunti interessanti che in alcuni frangenti rimandano anche agli Opeth più poetici. Quando invece decidono di concedersi alla furia più classica del Black Metal come in Possession Is The Medicine lo fanno sempre in maniera personale, costruendo su un riff tipicamente blackye delle atmosfere molto simili a quelle degli ultimi Satyricon. Resplendent Grotesque già dal titolo fa intendere che non ci si trova al cospetto del solito concept blasfemo. La ricerca dei Code si inserisce anche nei solchi del concept, per nulla scontato e ricco di fascino, ma soprattutto ben elaborato con dei testi ricercati che lasciano molto spazio alla libera interpretazione. Con un mix che parte dagli Enslaved più psichedelici, dagli Opeth in odore di malinconia e con una buona dose di carattere questi Code immettono sul mercato un album pieno di pathos e atmosfere dagli spazi indefiniti, senza scordarsi di infierire con la lama del coltello quando necessario. Curiosi e particolari, ma non facili.
Recensione a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

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