Copertina 5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2006
Durata:19 min.

Tracklist

  1. CHRIST ABOVE
  2. FINAL FUNCTION
  3. PERFECT WORLD
  4. MALEDICTIS
  5. REFLECTION OF GOD

Line up

  • Miguel Freitas: vocals, guitars
  • Dani Pereira: guitars
  • Ricardo Fernandes: bass
  • Gabriele: drums

Voto medio utenti

Rimango sempre leggermente turbato dopo aver letto biografie come quella dei portoghesi Requiem Laus, che in quasi due decenni dalla fondazione hanno pubblicato una serie infinita di demo, suonato praticamente con ogni band undergound della penisola iberica e attraversato cambiamenti di line-up che hanno portato la band a rimanere infine con uno solo dei componenti originari senza aver ancora prodotto un vero e proprio album in studio! Anzi, mi correggo, il debutto dal nome "The Eternal Plague" ha visto la luce nel 2008, a distanza di due anni da questo "Promo 2006" che ha aperto in maniera più convinta il nuovo corso del gruppo, con una formazione che sembra finalmente essere diventata stabile.
Il problema è che questi numerosi cambiamenti hanno lasciato un segno marcato nella musica dei Requiem Laos, passata attraverso altrettanti stravolgimenti che l'hanno portata a diventare una sorta di death metal melodico dalle intenzioni fumose e dalla realizzazione alquanto approssimativa. Death metal che si mostra più nella forma che nella sostanza, confinato nell'approccio vocale in growling e nel riffing di chiara ispirazione svedese con i veloci plettrati e le sovrapposizioni su più livelli che vanno a creare piacevoli dissonanze.
Purtroppo la produzione non aiuta, andando spesso a dare la sensazione di trovarsi più all'ascolto di un gruppo gothic (cosa in effetti non così lontana dalla realtà in alcuni frangenti) che di una realtà estrema, a causa della totale mancanza di potenza e spessore. Il suono è vuoto, piatto, senza mordente, e questo per un genere che dovrebbe fare dell'incisività il suo cavallo di battaglia è una grave colpa. Capisco che ci troviamo al cospetto di una demo, ma in questo modo risulta impossibile valutare il vero impatto della band.
Se a questo aggiungiamo una generale banalità delle composizioni, costruite su linee melodiche semplici che si assimilano fin troppo velocemente, avremo dipinto il quadro di un album che vive di generale mediocrità, chiara conseguenza delle fondamenta troppo labili su cui si basa la storia del gruppo portoghese.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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