Aborted - Goremageddon - The Saw And The Carnage Done

Copertina 6

Info

Anno di uscita:2003
Durata:34 min.
Etichetta:Listenable
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. METICOLOUS INVAGINATION
  2. PARASITIC FLESH RESECTION
  3. THE SAW & THE CARNAGE DONE
  4. ORNAMENTS OF DERISION
  5. SANGUINE VERSES (... OF EXTIRPATION)
  6. CHARTED CARNAL EFFIGY
  7. CLINICAL COLOSTOMY
  8. MEDICAL DEVIANCE
  9. SEA OF CARTILAGE
  10. NEMESIS

Line up

  • Sven: vocals
  • Niek: guitars
  • Thijs: guitars
  • Koen: bass
  • Frank: drums

Voto medio utenti

Attendevo con ansia il comeback dei truculenti Aborted, visto che ricordo ancora con piacere l'ottima performance espressa con il precedente "Engineering The Dead" di un paio di anni fa. In quell'occasione ero rimasto molto colpito dalla capacità del gruppo di miscelare diverse influenze prese a prestito da Cannibal Corpse, Morbid Angel e Carcass, creando così una violentissima miscela sonora certamente non originale, ma perlomeno fresca a stuzzicante. Con questo "Goremageddon" i nostri danno un ulteriore giro di vita alla crudeltà delle loro composizioni, che si fanno ancora più devianti e deraglianti, nervosissime nel loro incedere straziante e furibondo, con cambi di tempi che assomigliano a paurosi tsunami che si abbattono sulla struttura compositiva di ogni singola canzone. D'altronde si può dire che il titolo del disco esprima al meglio ciò che vi è contenuto: una specie di giudizio universale nel quale noi tutti, nessuno escluso, verremo giudicati ed irrimediabilmente torturati a sangue per l'eternità. Fino a questo punto tutto bene si può dire, se non fosse che, rispetto ai lavori precedenti, "Goremageddon" manca di una certa identità tra i brani, che si assomigliano tragicamente gli uni agli altri. Se è quindi facile farsi stritolare dalla macelleria fatta canzone dell'opener "Meticolous Invagination", che incorpora stacchi alla Cannibal Corpse con pezzi cadenzati di scuola Carcass (tanto per cambiare), difficilmente si arriverà alla conclusiva "Nemesis"., che ripropone le stesse influenze sopra descritte. I brani non sono male presi singolarmente, ma purtroppo è tutto l'insieme che prende a noia molto velocemente. Se a ciò si aggiunge una produzioen scintillante e una prestazione vocale ancora non all'altezza del valore del resto degli strumentisti, otteniamo un album che globalmente si attesta sulla sufficienza, pur avendo al suo interno più di uno spunto degno di nota. Da ascoltare interamente prima di valutarne l'acquisto.
Recensione a cura di Roberto 'Robbyy' Corbatto

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