Copertina 5,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2003
Durata:49 min.
Etichetta:AFM
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. DARK AGES
  2. RETURN OF THE DRAGON
  3. DIARY IN BLACK
  4. BROTHERS IN ARMS
  5. BARONS OVERTHROW
  6. THE MACHINE
  7. WHAT IF
  8. EVIL IN MAN
  9. DRAGONHEART
  10. METAL WAR
  11. SAINT AND SINNERS
  12. SIX FEET FROM THE EDGE

Line up

  • Dany Loeble: drums
  • Juergen Volk: guitars, vocals
  • Face: bass
  • Rudy Fleck: guitars

Voto medio utenti

Mah, un po' povero questo "Diary in Black" dei Rawhead Rexx. Devo ammettere che la band non mi ha mai colpito particolarmente, né con il precedente e mediocre lavoro, né con le esibizioni live, forse divertenti ma velocemente consegnate all'oblio. Questa nuovo album non compie grandi passi in avanti, e come il suo predecessore si lascia ascoltare facilmente, grazie al mix tra il sound più roccioso tedesco e quello del power US, ma non riesce proprio a decollare. In "Diary in Black" si viaggia su tempi più cadenzati e vengono privilegiate le grandi melodie, come quelle di "Barons Overthrow" o della piacevole ma prolissa title-track. Quello che continua a non convincermi affatto è proprio la voce di Juergen Volk (ex-Glenmore), uno dei membri fondatori dei Rawhead Rexx, la cui timbrica mi è davvero anonima e inespressiva. Lungi da me il mettere in dubbio le sue capacità tecniche, ma il cantato di una "Dragonheart" è davvero troppo impersonale ed inefficace. Tra le grandi pecche di questo "Diary in Black" devo purtroppo segnalare anche i testi, che rasentano il caricaturale con "Metal War" (musicalmente davvero sempliciotta) o la già citata "Dragonheart". Tutto sommato qualche episodio buono in questo "Diary in Black" c'è, come per esempio la opener "Return of the Dragon", o la bella "What If", ma si tratta comunque di un disco davvero ordinario quale ce ne sono ormai mille altri, senza picchi qualitativi e senza momenti particolarmente degni di nota. Trovo oltretutto i Rawhead Rexx penalizzati da una produzione fredda e spenta, che non rende per niente giustizia ai pezzi e allo stile della band: le chitarre graffiano davvero poco, mentre la batteria, con le sue parti onestamente tutte uguali, non trascina come dovrebbe. Se già conoscete la band, sapete cosa aspettarvi; in caso contrario vi consiglio di passare tranquillamente oltre, non vi perderete molto. Il mio personalissimo voto è un 5,5, ma tendente alla sufficienza solo perché in giro c'è molto di peggio; certo è che se gruppi quali i Rawhead Rexx o i Chinchilla sono il futuro del metal tedesco, c'è davvero da incominciare a preoccuparsi.

Recensione a cura di Lorenzo 'Txt' Testa

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