Tutti i loro albem, ad eccezione dei primi due, meritano il massimo dei voti. Qui non c'è molto spazio per la componente sinfonica, ma in 83 minuti non c'è un solo secondo di noia, con riff memorabili e quattro songs da tramandare ai posteri: Iconoclast, children of a faceless God, when all is lost e reign in madness
L'album che più si avvicina a "The divine wings...", anche per la presenza di una lunga suite, più riuscita però della precedente. Uno degli album più variegati dei SX, con brani tiratissimi (i primi tre) e altri cangianti e atmosferici. Non perfettamente riuscita solo The accolade 2.
Gli album, dei SX hanno bisogno di tempo per svelarsi nella loro interezza, e questo più di altri, visto che introduce nuovi elementi di metal iper tirato e compresso. Meno variegato del suo predecessore, ma ricco di ottimi spunti e incredibili songs. Gli album dei SX hanno il pregio di farsi apprezzare al meglio dopo due, tre anni... insomma invecchiano veramente bene!
E c'era chi nel 1997 li sbeffeggiava su diverse riviste, davvero, sembra incredibile ma è così. E invece, come dice il buon Pippo nella sua recensione, un disco talmente immenso che è quasi riduttivo parlarne... ma in fondo immensi lo saranno tutti gli album dei SX da qui in poi, anche se spesso loro andranno in direzioni diverse spiazzando le nostre aspettative. Uno dei più grandi gruppi metal della storia!
Non ho mai capito le pesanti critiche a questo album. Settanta minuti più o meno senza tirare il fiato, tre pezzi sublimi (This dying soul, Honour thy father e In the name of God), più altri tutti ottimi tranne, a mio avviso, il brano iniziale, troppo stile Metallica. Unica critica certi effetti sulle voci di La Brie, per il resto un album che è per me tra i più ascoltati dei DT!
Octavarium sperimenta nuove strade per i DT, ma tutte caratterizzate da grandi melodie. Non è un album perfetto, the answer lies within è pessima, these walls sembra una traccia ancora da sviluppare, walk beside you troppo U2 style, ma Panic attack è uno dei migliori pezzi dei DT in assoluto, Never enough mooolto trascinante e l'omonima suite un vero capolavoro. Come sempre troppe critiche ingiustificate per quello che è stato l'ultimo album coraggioso dei DT.
Non ho mai capito perchè molti recensori e fans hanno detto che con questo album i DT stavano risalendo la china. E' il loro peggior disco, confuso, tutte le tracce, eccetto forsaken e la prima parte di In the presence sono costellate di esagerazioni che rovinano l'ascolto come le vocals di Portnoy, the ministry è noiosa per 14 minuti. E' bastato mettere qualche distorsione in più per far dire al metallaro medio che era un bel disco. Mah..
Il primo disco, sperimentale, ostico, innovatore è un capolavoro, specie The great debate e l'iniziale glass prison, il brano più duro composto dai DT fino a quel momento. Disappear è di nuovo sperimentale e stralunata, sembra un altro gruppo, con Rudess che finalmente sperimenta con i suoni. La suite sul secondo disco non è perfetta, ma comunque considerando i 42 minuti di durata è ben equilibrata e la versione sul live Score con l'orchestra le rende piena giustizia!
Dopo Systematic Chaos quest'album rappresenta un passo in avanti, ma rimangono alcuni problemi, cioè in particolare pezzi molto più lunghi del necessario (nightmare, the best of times, la parte atmosferica di count of tuscany), growls inutili e orrendi. E' un album con idee bellissime, linee melodiche stupende ma rovinato da questi particolati che fanno sì che dopo 7-8 ascolti ti passa la voglia di sentirlo.
Bridges in the sky e Outcry sono un po' il simbolo di questo nuovo album; pezzi lunghi tecnici, ma anche vari, divertenti, entusiasmanti, con linee vocali stupende, che ti restano in testa, ma che grazie alla struttura dei pezzi non ti stufano. Questo è ADTOE, una sorta di ibrido tra images and words e train of thought, passando per qualcosa di Octavarium. Ma soprattutto è l'album in cui si risente bene il basso de in cui le tastiere se la giocano alla pari con la chitarra.