Sovente ardua è la vita del collezionista maideniano; talvolta, diviene terribilmente frustrante. Ricordo ancora la mattina in cui mi accaparrai per mezza sterlina (!) una copia autografata del primo romanzo di
Bruce Dickinson (
The Adventures of Iffy Boatrace, 1990, editore Sidgwick & Jackson) ad un mercatino sperduto nelle campagne scozzesi…
Gran bel colpo, direte voi, e io sarei anche d’accordo… se non ne avessi acquistata una copia poche settimana prima su ebay a circa 70 sterline. Ouch…
L’altro angolo buio è costituito dall’obbligatorietà morale di metter le mani su tutto, ma proprio tutto, ivi compresi prodotti di qualità non proprio eccelsa (i cosiddetti “magoni”, come li definiamo a Mantova).
Restringendo il campo d’indagine ai libri, non manca certo la scelta: di biografie e retrospettive sugli
Iron Maiden, nel corso dei decenni, ne sono state pubblicate a tonnellate. Lo sa bene il sottoscritto, che ne possiede una trentina circa, di cui almeno la metà costituita da volumi raffazzonati, confezionati alla bell’e meglio pescando senza criterio alcuno nello sterminato archivio di interviste e immagini che vedono protagonisti i nostri paladini britannici.
Ogni tanto, per fortuna, qualche tomo s’innalza dalla massa: è stato senz’altro il caso di
Iron Maiden dalla A alla Z, edito nel 2011 da Tsunami, ad opera dei noti maidenofili
Marco Gamba e
Giorgio Canali; altrettanto degno di lode è il testo di cui mi accingo a scrivere, titolato
2 Minutes to Midnight, an Iron Maiden Day-by-Day.
Si tratta di un libro di notevoli dimensioni (22 x 28 cm), dotato di una bella copertina rigida dal layout sobrio ed elegante, pubblicato dalla Backbeat Books di Milwaukee, Stati Uniti. L’autore è nientemeno che
Martin Popoff, da alcuni definito “il più famoso giornalista heavy metal del mondo” (dopo il Graz, aggiungerei d’ufficio), forte di oltre ottomila recensioni (per Revolver, Guitar World, BraveWords.com e altri) e di svariate biografie (riguardanti, fra gli altri,
Rush,
Judas Priest e
Rainbow).
Ciò che distingue questo manoscritto dagli altri è la sua impostazione storiografica: diviso in macro-capitoli (ognuno corrispondente a un decennio), il testo si dipana attraverso una precisa scansione cronologica, seguendo il semplice schema data-evento. I singoli punti si soffermano tanto sulle tappe più squisitamente Maiden-related (album, concerti e quant’altro) che su quelle di contorno (ad esempio: pubblicazioni di band rivali o di vecchi membri degli
Iron stessi, film che hanno ispirato i testi delle canzoni, matrimoni e separazioni etc.).
Per speziare un po’ il prodotto, che diversamente sarebbe risultato troppo asettico, le informazioni di cui sopra vengono accompagnate da un’ottima impaginazione, da un sacco di belle foto e, come si può immaginare, da numerosi interventi dei diretti interessati.
I sei Amigos,
Paul Di’Anno, il manager
Rod Smallwood, lo storico produttore
Martin Birch e il vecchio (ma mai dimenticato) disegnatore
Derek Riggs: tutti loro, e molti altri, contribuiscono alla buona riuscita di
2 Minutes to Midnight, an Iron Maiden Day-by-Day, grazie a contributi d’archivio e a interviste nuove di zecca.
Per i fan più accaniti sarà un'impresa scovare aneddoti sconosciuti o chicche mai sentite prima, ma di questo non possiamo certo incolpare
Martin Popoff, che affronta il vasto macrocosmo della creatura di
Steve Harris con competenza, confezionando un testo magari non indispensabile, eppur accurato e godibile.
Una lettura buona e istruttiva per tutti, che consiglio in particolare ai giovincelli che intendano farsi un minimo di cultura… purché mastichino l'albionico idioma: il testo è interamente in inglese, e non credo verrà mai tradotto nella lingua di Dante.
In ogni caso, Up the Irons!
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