Prosegue la nostra operazione di completamento delle uscite di questo 2025 in vista della mega votazione che vedrà coinvolti tutti i lettori di Metal.it per decretare i dieci dischi più belli dell'anno. Tra le recensioni mancanti abbiamo scovato nel database la mancanza del terzo full length degli slovacchi Autumn Nostalgie dato che "Metanoia", uscito a metà anno, non ci è stato inviato dalla label. La recuperiamo con il parere del nostro Graz.Terzo album sulla lunga distanza per gli slovacchi
Autumn Nostalgie, che con "
Metanoia" confermano la solidità e la coerenza di una band che ha saputo ritagliarsi un posto di rilievo nel panorama post-black/shoegaze atmosferico. Pubblicato da
Northern Silence, etichetta sempre attenta a queste sonorità, il disco porta la firma inconfondibile di
Almásy Gergely, mastermind poliedrico e voce riconoscibile che rappresenta il cuore pulsante del progetto.
Le coordinate stilistiche restano quelle già tracciate nei lavori precedenti: chitarre semplici ma efficaci, melodie sognanti e un approccio ipnotico che trasforma la ripetitività in immersione totale. "Metanoia" non sorprende con svolte improvvise, piuttosto avvolge l’ascoltatore in un flusso continuo e contemplativo in cui ogni brano diventa il tassello di un mosaico coerente e suggestivo.
La produzione è pulita, ben calibrata, capace di valorizzare le atmosfere senza appesantirle e visto il budget a disposizione diremmo che è stato fato un lavorone. Il timbro vocale di Gergely si staglia con forza, evocativo e personalo, rendendo immediatamente riconoscibile la firma della band. È proprio questa voce, insieme alle melodie luminose e malinconiche, a dare identità a un album che, pur non innovando assolutamente, riesce a trasmettere intensità ed emotività arrivando a picchi altissimi come in "
Silent Gravestones" e nella meravigliosa "
Remain In The Depths Of Blind Darkness", probabilmente il punto più alto di un disco comunque coinvolgente per intero.
Le strutture sono talvolta sin troppo lineari, risultando monotone a chi cerca varietà ed eclettismo, tuttavia le azzeccatissime atmosfere ipnotiche e le avvolgenti melodie riescono a trasformare la ripetitività in trance ed immersione. Forse nei precedenti "
Ataraxia" e nel debut "
Esse Est Percipi" era possibile trovare qualche picco più importante ma a livello generale probabilmente siamo di fronte al loro lavoro più uniforme e godibile.
Unico vero difetto, un suono di batteria che non rende merito e che probabilmente a causa del budget risicato non è stato possibile rendere più caldo ed "umano".
Consigliato agli amanti del post-black/shoegaze atmosferico e a chi cerca nella musica un rifugio di malinconia e bellezza.
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