Che piaccia o meno i
Darkthrone, il
Conte e gli
Immortal sono coloro che hanno tracciato le linee guida della
Fiamma Nera nella sua interezza e, tutt'ora, chiunque voglia suonare vero Black metal – e non altri generi estremi che vi possono somigliare ma che Black metal non sono – finiscono per adeguarsi a tali dettami. Così è anche il caso del one man project del tedesco
Ignis Nefandus,
Tabernakel, che esordisce in questi giorni di fine ottobre 2025 con
"Antoniusfeuer", rilasciato sotto il patrocinio della
Iconoclasm Conquest.
Ignis Nefandus, nella fattispecie sceglie perlopiù la via dei
Darkthrone con un pizzico di misticismo onirico dai tratti depressive assimilabile a
Burzum, riplasmando la
Sacra Fiamma con la durezza della scuola teutonica, sulla scia quindi della via oscura tracciata da formazioni come
Moonblood,
Tha-Norr e
Absurd (pur in assenza della loro marcata componente Folk) — tutte band di cui ho trattato ampiamente nella mia Guida al Black Metal tedesco e non solo.
"Antoniusfeuer" vola via in un soffio, complice anche la sua scarsa durata – assimilabile a quella di un EP – dove l'Arte occulta scorre in tutta la sua fulgida purezza, su quei binari lastricati di ghiaccio e vetri rotti sporchi di sangue che da sempre la contraddistinguono: suoni lo-fi a tutto campo, un guitarwork che poco concede alla melodia, benché comunque non difetti mai di quei guizzi armonici che lo preservano dal divenire mero rumore, oltre a presentare un insieme di situazioni che accolgono minimali frangenti atmosferici, echi Dungeon, e un pathos emotivo che nel suo funereo incedere sfiora, pur senza indugiarvi eccessivamente, le corde poetiche, eternamente tese e vibranti, dell'
Antico verbo nero.
"Antoniusfeuer" farà la gioia di ogni amante della declinazione teutonica del Black metal: quello autentico.
Black metal or die.
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