Ricordo ancora con piacere e soddisfazione come negli anni '80, guardando oltre ai soliti noti (Destruction, Kreator o Sodom) dedicavo i miei ascolti ad una nutrita schiera di formazioni che davano forza e fondamento alla scena Speed & Thrash Metal teutonica. Una serie di band (diciamo) minori e variegata come i vari Tankard, Vendetta, Assassin, Living Death, Violence Force, Warrant, Deathrow, Necronomicon, Vectom o
Darkness, con ognuna di queste che per un motivo o l'altro aveva catturato la mia attenzione, e nello specifico dei
Darkness la molla era scattata con l'ascolto di "
Burial at Sea" dal loro esordio "Death Squad", un brano che ha retto il passare del tempo restando uno dei mei pezzi preferiti nel genere.
E come posso non guardare con una certa soddisfazione alla scelta dei
Darkness (anche se della line-up che nel 1987 incise "Death Squad" oggi restano solo
Andreas Lakaw Lacky e
Arnd Klink) di andare a celebrare il loro 40° anniversario con "
The Death Squad Chronicles". Non è un semplice best-of, ma vi troveremo nuove versioni di diversi dei loro classici (e si, c'è anche "
Burial at Sea"!), il recupero di alcuni vecchi inediti, un paio di nuove composizioni e - a buon peso - l'aggiunta di una cover, "
Terror for Terror", in realtà proposta dagli Eure Erben, che altro non erano se non la reincarnazione dei
Darkness nei primi anni 2000 prima di ritornare definitivamente al moniker originale.
Si parte con uno dei pezzi rispolverati dai vecchi demo, il pachidermico assalto dello strumentale "
The Gates", due minuti dall'incedere spezzacollo cui segue la più variegata "
Terror for Terror": c'è un coro (un po' anthraxiano), l'assolo di chitarra, il break strumentale... ma sempre e solo all'insegna del più rovente Thrash Metal.
Oliver "Lee" Weinberg conferma di essere stato in grado di raccogliere l'eredità di Oliver "Olli" Fernickel (che ci ha lasciati nel 1998), e lo ribadisce alle prese della notevole "
Battle to the Last", da "Defenders of Justice (1988), e della rabbiosa "
Death Squad", dall'omonimo album cui rimanda chiaramente anche il nuovo artwork. "
Soldiers", dal deludente "Conclusion & Revival", realizzato nel 1989 con Rolf "Ray" Druschel (scomparso nel 2004) alla voce ed ultima uscita prima dello scioglimento della band), si riscatta e scorre velocemente e non perché non pesti abbastanza, anzi, ma solo perché ho adocchiato nella tracklist proprio quella "
Burial at Sea" che si presenta con i suoi arpeggi e passaggi in crescendo ed arrembanti mi hanno riportato indietro di trentotto anni. Dopo qualche meritato
repeat passiamo ad una delle nuove canzoni: "
Last Round Is on Us", dove mi pare di cogliere un eco di Dark Angel e Whiplash, per poi fare un bel salto nel passato underground dei
Darkness con una "
Victims" che rinnova lo spirito grezzo dei primi anni della band. Si torna per la terza volta al loro primo album con quella "
Iron Force" che ancora oggi mi fa pensare ai Tankard che avevano esordito giusto l'anno prima, quindi spazio ad un'altra titletrack: l'articolata "
Defenders of Justice" e dalla stessa uscita recuperano "
Predetermined Destiny", dove gli sforzi per arricchire il proprio sound, soprattutto nel guitarwork, sono ancora più evidenti e sempre con ottimi risultati, per poi chiudere con l'altra nuova composizione, una "
Proud Pariah" che guarda al sodo, partendo a razzo e mantenendo velocità sostenute sino alla conclusione... (ehm)
& revival.
Va, infine, assolutamente ricordato che nella versione boxset di "
The Death Squad Chronicles", è incluso un secondo CD dove ad interpretare una decina di brani dei
Darkness troviamo una serie di ospiti, e trai tanti
Jürgen "Ventor" Reil dei Kreator,
Jörg Juraschek dei Warrant e l'ex Assassin
Robert Gonnella.
Il voto in calce non solo è un premio alla carriera ma anche il giusto riconoscimento per questi devastanti cinquanta minuti all'insegna del miglior Thrash Metal.
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