Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2025
Durata:29 min.
Etichetta:Maggot Stomp
Distribuzione:Earsplit PR

Tracklist

  1. INTANGIBLE PACT
  2. SETTLE ALL SCORES
  3. PROPHET OF DECEIT
  4. ENFORCED COMPLIANCE
  5. CROWN OF INSIGNIFICANCE
  6. EMPIRE OF TERROR
  7. GLORIFY THE OPPRESSOR
  8. DELIBERATE DESECRATION

Line up

  • Chris Pervelis: Guitars
  • Chris McCarthy: Guitars, Vocals (backing)
  • Kyle Eddy: Drums
  • Ryan Giordano: Bass
  • Steve Worley: Vocals

Voto medio utenti

Gli statunitensi Internal Bleeding sono una di quelle band che non sempre sono state adeguatamente comprese. A mio avviso, si tratta invece di una formazione molto importante nell’ambito del Brutal death metal, soprattutto per quanto riguarda la variante Slam.

Ricapitolando brevemente – pur trattandosi di concetti che ho già espresso in passato –, nel 1991 con l’uscita di "Effigy of the Forgotten" dei Suffocation il Brutal death inizia a sperimentare l’inserimento di piccoli ma massicci breakdown ripetuti, che conferiscono alla classica andatura furiosa e poco intellegibile del genere un andamento singhiozzante, destinato in certe situazioni a deflagrare in vere e proprie strutture groovy, quasi orecchiabili.
Se il primo album propriamente classificabile come Slam brutal death metal è il capolavoro dei Devourment, "Molesting the Decapitated" (1999), il debutto degli Internal Bleeding, "Voracious Contempt" del 1995, fu probabilmente il primo a insistere in maniera massiccia sull’utilizzo di tali slam, raccogliendo e personalizzando le intuizioni dei Suffocation.

A differenza però del gruppo di Terrance Hobbs e degli stessi Devourment, gli Internal Bleeding hanno gradualmente condotto il loro Brutal – che fin dagli esordi mostrava una simile inclinazione – verso sentieri più orecchiabili, senza disdegnare strutture Groove dal songwriting talvolta quasi rockeggiante (affermazione da prendere con le pinze). In certi momenti, mi ricordano realtà come i Broken Hope o i Pyrexia — quest’ultimi fondamentali per lo sviluppo dello Slam in chiave groovy, basti pensare ai loro primi due LP, datati rispettivamente 1993 e 1997.

Fatte queste premesse, diamo uno sguardo al nuovo disco degli Internal Bleeding, rilasciato nella seconda metà di ottobre 2025 sotto il patrocinio della Maggot Stomp: "Settle All Scores".
Con il chitarrista Chris McCarthy a rimpiazzare stabilmente alla voce il compianto batterista e cantante Bill Tolley (R.I.P. 2017), e l'aggiunta di Kyle Eddy alle pelli, ci vengono offerti 29 minuti di musica impostata sui binari stilistici sopra delineati, in un equilibrio che riesce a fondere bene l’intransigenza del Brutal con un’attitudine più easy listening, affine alle sperimentazioni che da sempre contraddistinguono la band.
A mio avviso, queste due anime risultano ben bilanciate: l’album coinvolge con le sue strutture ear-catcher, mostrando di frequente trame di chitarra intriganti – soprattutto nelle deviazioni che richiamano sinistri tritoni slayeriani – e al contempo annichilisce l’ascoltatore nei momenti più devastanti, dove riffs convulsi e blast beat si uniscono in un binomio di grande impatto.

Per quanto mi riguarda, "Settle All Scores" rappresenta un comeback ispirato, che squarcia un silenzio durato ben sette anni e sul quale gravava il non troppo riuscito "Corrupting Influence" (2017), dimostrando che il moniker Internal Bleeding può ancora essere sinonimo di ottimo Death metal estremo.

Recensione a cura di James Curzi

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