Con oltre trentacinque anni di attività alle spalle, i
Dead Head continuano a rappresentare una delle realtà più autentiche e indomite del thrash metal europeo. Formatisi nei Paesi Bassi nel 1989 sull’onda dell’ammirazione per band come
Possessed, Sacrifice e
Dark Angel, i quattro hanno mantenuto intatta nel tempo la loro integrità artistica, restando fedeli a uno spirito feroce e intransigente. Dopo le recenti ristampe e le pubblicazioni di
"Swine Plague" (2017), "Slave Driver" (2022) e del mini-album
"Shadow Soul" (2024), tornano ora, nel novembre 2025, sotto l'egida della
Hammerheart Records, con
"Repression Tank", una rielaborazione del loro lavoro del 2009,
"Depression Tank".L’album, rinnovato da una produzione moderna curata da
Erwin Hermsen e da una ri-registrazione delle parti di batteria, mostra una formazione ancora capace di unire velocità brutale, groove serrati e una carica espressiva che non conosce cedimenti né compromessi. Del resto, fin dal primo LP del ’91,
"The Feast Begins at Dawn", i
Dead Head ci hanno abituato a orge di violenza sparate in faccia attraverso i suoni metallici di un thrash metal dalle tinte hardcore, con frequenti sconfinamenti nel death. Certo, non si tratta di una proposta originalissima – si avverte con forza l’influenza dei gruppi sopracitati e, non di meno, di
Slayer e
Kreator – ma di sicuro impatto. Pochi fronzoli, niente strutture arzigogolate: i
Dead Head vanno dritti al punto.
Raramente oggi si può ascoltare una furia così genuina e ispirata, dove, nonostante il costante spingere sull’acceleratore, i brani riescono a coinvolgere e a mantenere una propria identità. La ri-registrazione è, a mio avviso, un’operazione riuscita: la prima versione presentava varie pecche in fase di produzione, soprattutto per quanto riguarda il mixing dei bassi, talvolta troppo in rilievo e penalizzante per le parti di grancassa. Forse la maggiore pulizia sonora di questa nuova release va leggermente a discapito della violenza spontanea, ma si tratta di dettagli. Il risultato complessivo è solido e convincente.
Se non conoscete i
Dead Head, può essere una buona occasione per conoscerli – oltre a recuperare i primi dischi – acquistare
"Repression Tank". Se invece vi sono già familiari, ora avete tutti gli strumenti per fare le vostre valutazioni.
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