C’è una nuova formazione italiana entrata recentemente a far parte della sempre più nutrita famiglia
InsideOut Music. Si tratta degli
Asymmetric Universe, duo strumentale attivo dal 2018 e costituito dai fratelli
Federico e
Nicolò Vese.
La loro è una fusion strumentale micidiale che metterei a cavallo tra Nova Collective e Aristocrats (
“Coquelicot”, “Fair Enough”), caratterizzata dalla lodevole capacità della band di portare due generi fondanti come il jazz e il metal alle loro più estreme conseguenze. È il caso, ad esempio, di
“Don’t Go Too Early” e
“Overthrow”, un frullato di Meshuggah e Mahavishnu Orchestra che anticipa la lirica e cinematografica
“Thirst For Stars”, impreziosita da un lungo elenco di ospiti di estrazione evidentemente colta.
Se Pat Metheny prendesse in mano una chitarra a 8 corde probabilmente suonerebbe qualcosa tipo
“Feather On A Glass”, così come suonerebbe
“Dancing Through Contradictions” se ad accompagnarlo ci fosse Brad Mehldau. Ascolto
“Opaco” e penso a dei Dirty Loops strafatti prestati alla musica latin, prima della conclusiva
“Those Who Stay”, che riprende le atmosfere di
“Thirst For Stars” con un approccio più muscolare.
Un lavoro non immediato, ma indubbiamente coraggioso.
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