Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2024
Durata:47 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. FROM THE START
  2. DEFIANCE
  3. FEELIN' LUCKY
  4. I SURRENDER
  5. FOREVER IN MY HEART
  6. NEVER CAN SAY GOODBYE
  7. ONE HEART
  8. GIVE IT UP
  9. NIGHTSWIM
  10. STANDING TALL
  11. LET’S SEE

Line up

  • Jaycee Cuijpers: vocals
  • Chris Troy: bass
  • Tino Troy: guitar
  • Andy Burgess: guitar
  • Hans in’t Zandt: drums

Voto medio utenti

Cinquant’anni di carriera … un traguardo che per i Praying Mantis equivale a riconoscere quanto determinazione, vigore espressivo e talento siano più forti delle “mode” e ti consentano di rappresentare anche nel 2024 un “modello” per i tuoi affezionati estimatori e magari pure per i tanti propugnatori di un genere che ha riacquisito nel tempo una certa considerazione.
Il “genere” di cui stiamo parlando è una miscela di hard classico, british-pomp e AOR, diventata ancor più “caratteristica” da quando Jaycee Cuijpers, Andy Burgess e Hans in ‘t Zandt si sono affiancati agli storici fratelli Troy e che oggi viene riproposta in questo "Defiance", un albo che si colloca sulla scia del precedente “Katharsis”.
Insomma, se da un lato viene avvalorato il postulato che i nostri non deludono praticamente mai i loro fans, dall’altro le “scintille” di “Legacy” continuano a rimanere l’apice della loro più recente parabola artistica, comunque attrezzatissima per conquistare chiunque abbia a cuore i suoni splendidamente illustrati da Rainbow, MSG e Magnum.
Impossibile, infatti, se vi riconoscete in quest’ultima categoria di rockofili, non rimanere affascinati dall’openerFrom the start” (adatta anche a sollecitare i sensi dei cultori degli Europe), non fremere per le suggestive pulsazioni di “Feelin' lucky” o per una title-track che però al contempo mostra qualche piccola défaillance a livello di grip emotivo.
Il disciplinato remake di “I surrender” (scritta da Russ Ballard e resa celebre dai Rainbow … ma agli “indagatori” del rock consiglio anche il recupero della “ruspante” versione degli Head East, una band che meriterebbe una doverosa “riscoperta” …) è ovviamente molto gradevole, mentre “Forever in my heart” è una ballata melodrammatica fin un po’ troppo leziosa, ma tutto sommato riuscita e coinvolgente.
Andiamo comunque molto meglio con la grintosa “Never can say goodbye”, e anche l’evocativa “One heart” e l’efficace “Give it up” (il refrain “funziona” benissimo, nella sua essenzialità …) si attestano su livelli di suggestione sensoriale parecchio elevati, affermazione che invece non mi sento di estendere a “Nightswim”, uno strumentale non sgradito e tuttavia abbastanza accessorio nell’economia complessiva dell’opera.
Il disinvolto clima di hi-tech AOR concesso a “Standing tall” e l’eccellente “colpo di coda” finale “Let’s see”, (un bel “tuffo” negli esordi della Mantide …) conducono alle conclusioni della disamina, in cui certificare il buon valore di "Defiance" e la sua solidità espressiva, confermando i Praying Mantis nel novero dei “veterani” in possesso di una vena artistica ancora assai rigogliosa, affidabile e pienamente credibile.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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